La lezione di Michele Bravi a Pio e Amedeo sul significato delle parole | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-05-02

“Le parole scrivono la storia, le parole, anche quelle già leggere, possono avere un peso da sostenere enorme”

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Dopo Fedez, in tarda serata, anche Michele Bravi ha voluto lanciare un messaggio dal palco dell’Auditorio di Roma, dove si è tenuto il concerto del Primo Maggio. E già precisamente si è inserito nella discussione sollevata dal duo comico di Mediaset, che venerdì sera è andato in onda con l’ultima puntata di “Felicissima sera”. In sostanza avevano detto che le offese non risiedono nelle parole, ma nel come vengono usate: le parole non sono importanti, le intenzioni sì. A questo ha voluto rispondere Michele Bravi, raccontando la sua storia personale.

E’ bello essere qua a celebrare e onorare i lavoratori, i lavoratori del mondo dello spettacolo quest’anno più ce mai. Io volevo solo fare una riflessione, perché in questo giorni si è parlato tantissimo dell’uso delle parole, e qualcuno ha anche detto che l’intenzione è molto più importante delle parole che si usano, e io una cosa da cantautore la voglio dire: io uso le parole proprio per raccontare la visione creativa del mondo, e per me le parole sono importanti tanto quanto le intenzioni. Le parole scrivono la storia, le parole, anche quelle già leggere, possono avere un peso da sostenere enorme. e la mia community lo sa bene. Io ci ho messo anni, tanti anni, a trovare la parole giuste per raccontare il mio amore per un ragazzo. E per me è un onore farlo adesso, qua, su questo palco. Grazie a voi, di avere ancora voglia di ascoltare gli artisti, di dare il giusto peso alle parole. Grazie mille.

Cosa avevano detto Pio e Amedeo

Il discroso di Pio e Amedeo aveva immediatamente sollevato molte polemiche. Ma cosa avevano detto? Ecco il discorso della coppia comica foggiana:

Non dobbiamo vergognarci di dire la parola ‘neg*o’ perché conta la cattiveria nella parola, conta l’intenzione. Se l’intenzione è cattiva, allora è da condannare. Il politically correct ha rutt’o cazz. Ci vogliono far credere che la civiltà sta nelle parole, ma è tutto qua nella testa. Fino quando non ci cureremo dall’ignoranza di quelli che dicono con fare dispregiativo che è quello il problema, ci resta un unica soluzione: l’autoironia. Così noi dobbiamo combattere gli stolti, con un messaggio. Se vi chiamano ricch**ni, froci per ferirgli, voi ridetegli in faccia perché lo stolto non saprà cosa fare, la cattiveria non risiede nella lingua, è l’intenzione.

 

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