Lev Shevchenko, l’urbanista che si “barrica” in casa a Kyiv dietro un muro di libri

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-05

L’immagine dell’esterno della casa di Lev Shevchenko, architetto urbanista di Kyiv, entra tra gli scatti simbolo della resistenza ucraina: un “muro” di libri protegge l’abitazione dall’eventuale rottura dei vetri della sua finestra

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Nella giornata mondiale del libro, lo scorso 3 marzo, è iniziata a circolare sui social un’immagine della resistenza ucraina – diffusa dalla giornalista ucraina Katerina Sergatskova – che ritrae la vista dalla strada dell’abitazione di Lev Shevchenko, architetto urbanista di Kyiv.

Lev Shevchenko, l’urbanista che si “barrica” in casa a Kyiv dietro un muro di libri

Dalla finestra si vede un muro di libri, eretto come una sorta di “barricata” per proteggere la sua abitazione da una eventuale esplosione che potrebbe mandare in frantumi i vetri. “Giorno otto” è la didascalia che l’uomo ha usato per accompagnare lo scatto, che potrebbe diventare iconico della resistenza della popolazione sotto l’assalto russo.

Dall’esplosione del conflitto, Shevchenko ha iniziato a documentare come poteva la vita in città con l’imminente minaccia delle bombe russe. “Stiamo tornando agli anni ‘50”, osserva. Già nei giorni prima dell’attacco, nella prima metà di febbraio, lanciava appelli alla comunità internazionale affinché comminasse sanzioni economiche contro il Cremlino, in particolare contro la moneta russa, il rublo. E criticava l’attenzione dei media, riaccesasi soltanto quando Putin ha iniziato ad ammassare truppe al confine con il Donbass mentre da otto anni – dall’invasione della Crimea – gli ucraini convivono con questa minaccia. Il suo gesto come simbolo del trionfo della cultura e della bellezza contro la brutalità della guerra: al confine tra Polonia e Ucraina, dove continua incessantemente il flusso di profughi, Davide Martello, artista tedesco di origini italiane suona il suo pianoforte per provare a rendere il più accogliente possibile l’arrivo nell’Unione europea di chi scappa dal conflitto. La sua musica diventa colonna sonora delle migliaia di manifestazioni di solidarietà, simboliche o concrete, che da giorni prendono vita alla frontiera dell’Europa.

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