“Il merito? Partiamo sì dalle scuole, ma dalle elezioni. Non dalle lezioni”, la letterina di Luciana Littizzetto a Valditara | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-10-31

L’attrice piemontese ha letto la sua lettera, come di consueto, a “Che Tempo che fa”

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Fin dal giorno dell’ufficializzazione della squadra dei ministri del governo Meloni si è aperta una discussione sul come sia stato rinominato uno dei dicasteri principali del nostro Paese: quello dell’Istruzione a cui è stata aggiunta la dicitura “e del Merito”. A guidarlo è stato scelto Giuseppe Valditara. Ma l’attenzione non si è concentrata più di tanto sul personaggio, ma sulla nomenclatura decisa dalla nuova Presidente del Consiglio. E proprio questo è il tema al centro della letterina scritta e letta da Luciana Littizzetto a “Che Tempo che fa”.

 

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Letterina Littizzetto al Ministro Valditara sul “merito”

Nella consueta rubrica dell’attrice comica piemontese all’interno della trasmissione condotta da Fabio Fazio, c’è una vera e propria sintesi del pensiero comune che, fin dalle prime ore dalla nascita di questo nuovo governo, si è palesato nel dibattito socio-politico. E per questo la letterina Littizzetto sembra essere lo specchio della situazione attuale intorno al concetto di “merito” inserito al fianco dell’Istruzione.

“È anche cambiato il ministero dell’istruzione. Una volta era il ministero della pubblica istruzione, poi ministero dell’istruzione, adesso ministero dell’istruzione e del merito. Infatti sulla questione del merito è già partito un discreto torrone. Perché è vero che il merito è importante e se c’è una nazione dove il merito non è riconosciuto, è la nostra… Peccato che l’unica riserva indiana dove il merito non dovrebbe proprio essere prioritario è la scuola, soprattutto quella pubblica, ancora di più le primarie e le secondarie. Per questo avrei scritto una letterina al neo ministro Giuseppe Valditara.
Meritatissimo Ministro Giuseppe Valditara.
Innanzitutto, mi scuso se pensavo che Valditara fosse una zona collinare del piacentino, invece è un ministro: errore mio. Le scrivo in quanto ex docente, ma proprio come i marines, se sei docente una volta, lo sei per tutta la vita…Mi sento ancora sulle dita i segni bianchi del gesso e del cancellino.
Il merito è importante, nessuno lo discute. Se vado dal dentista voglio che sia il miglior dentista possibile, non che abbia imparato a trapanare un molare guardando un tutorial su youtube… Se quando metto in moto la macchina il meccanico mi chiede che cacchio è sto rumore tendo a non fidarmi. Se devo scalare il Monte Bianco, e la guida mi arriva con le infradito. Houston abbiamo un problema. Se qualcuno è bravo è giusto che abbia opportunità e se c’è un paese che le ali ai talentuosi non solo le tarpa, ma le strappa piuma per piuma e ci fa un tappetino da bagno è l’Italia…
Detto questo, Valditary, il merito è il punto di arrivo, non il punto di partenza. È come alle Olimpiadi. Alla partenza partono tutti messi uguali. Ma se Marcel Jacobs al posto della tutina tecnica corre con una canottiera di lana, gli zoccoli di legno e uno zaino da 20 kg sulla schiena, il record ti assicuro che non lo fa.
Voglio dirti, anche se lo sai, contano molto le condizioni di partenza. Quando fai l’appello in classe ogni cognome ha dietro una storia e una famiglia, e ogni famiglia è diversa a modo suo come diceva la madama Karenina, e noi quelle differenze dobbiamo diminuirle, non aumentarle. Guarda che fatica hanno fatto i bambini che durante il lockdown seguivano le lezioni sul cellulare scassato della mamma.
E poi, già che ci siamo, fammi dire caro Giusy… Vi accanite col merito nella scuola ma vogliamo parlare della politica? Se c’è un campo dove non ci si arriva tutti per merito è proprio la politica… Non è che aprendo le porte del parlamento pensi: “ehi, sono finito al CERN per caso!?” Il merito vale per tutti tranne che per i politici?
Abbiamo avuto portaborse, leccapiedi, leccaborse, gente capitata lì per caso, gente catapultata da Fantasilandia. Persone del nord elette al Sud, gente del Sud eletta al nord. Gente eletta in città che non sapeva manco dove stessero sulla cartina perché gli altri posti erano tutti occupati…Questo non è merito, è overbooking.
Abbiamo avuto ministri dell’istruzione che volevano far passare i neutrini dentro tunnel che non c’erano. Ministri dei trasporti che parlavano del trasporto su gomma nel tunnel del Brennero che non è stato ancora realizzato.  Ministri degli esteri che l’unica lingua che conoscevano era quella di vitello quando la ordinavano al ristorante…
Quindi se proprio vogliamo partire con il merito in questo paese, inizierei sì dalle scuole, ma durante le elezioni e non durante le lezioni”.

(foto e video: da “Che tempo che fa”)

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