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“Ogni madre deve portare avanti la sua carriera senza lo stigma di aver fatto un figlio”, la letterina di Littizzetto a Meloni | VIDEO
neXtQuotidiano 21/11/2022
L’attrice piemontese, nel suo canonico spazio a “Che Tempo che fa”, ha parlato delle assurde polemiche sulla figlia della Presidente del Consiglio portata dalla madre a Bali durante il summit del G20
Indignazione senza senso e oltre ogni limite su un caso paradossale come il viaggio di una figlia di 6 anni in compagnia della madre impegnata, nelle vesti di Presidente del Consiglio italiana, nelle riunioni del summit del G20 andato in scena la scorsa settimana a Bali. Questo è il tema su cui si è incentrata l’ultima letterina scritta e letta da Luciana Littizzetto e indirizzata a Giorgia Meloni. Parole che mettono in evidenza tutta l’incoerenza delle critiche, scritte e pronunciate da chi – di certo – non può essere ascritta al ruolo di sostenitrice della leader di Fratelli d’Italia.
“Ogni madre deve portare avanti la sua carriera in totale parità e senza
lo stigma di aver fatto un figlio.”– Letterina di @lucianinalitti per @GiorgiaMeloni a #CTCF da @fabfazio. pic.twitter.com/q5xOCXFppD
— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) November 20, 2022
Letterina Littizzetto a Meloni sulla figlia Ginevra a Bali
Nel corso del suo consueto spazio a “Che Tempo che fa”, la trasmissione condotta da Fabio Fazio e in onda domenica sera su Rai 3, è stata letta la letterina Littizzetto a Meloni proprio sul caso che ha fatto sollevare delle assurde polemiche nel corso dell’ultima settimana.
“Cara Giorgia
Ti scrivo questa letterina per dirti che, anche se non siamo quasi mai sulla stessa lunghezza d’onda, e neanche sulla stessa spiaggia e direi nemmeno sullo stesso litorale, stavolta sono dalla tua parte. Mi riferisco alla questione Ginevra, alla tua innocente bimbetta.
Hai deciso di portare la tua bambina Ginevra a Bali? Hai fatto bene. Io non ho nessun diritto di giudicarti come madre, non sono affari miei. Ti posso giudicare solo come politico che gestisce il mio paese. E nota come ho messo bene la O alla fine di politic.
Siamo una nazione strana Giorgis. Alle donne diamo tutti i diritti purché si comportino come uomini, se si sbagliano a comportarsi da donne ci indigniamo. Da un Paese che ancora si imbarazza se vede un seno fuori di una madre che allatta, e non fa una piega se lungo le strade ci sono più cartelli con tette e reggiseni che indicazioni stradali che cosa ti aspetti?S
sono anni che gridi sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana e adesso si incazzano se fai la madre Qualcuno ha detto che dovevi prevederlo prima. E cosa dovevi fare? Dire: io di figli non ne faccio perché adesso sono al 4% ma poi magari divento presidente del Consiglio e poi è un casino.
Nei voli di Stato le mogli sono sempre salite. Perché le figlie no? Abbiamo tollerato voli di Stato strapieni di gente, perlopiù a carico dei contribuenti. Familiari, parenti, amanti, portaborse, giornalisti. Certe comitive che sembravano il cast di Un posto al sole. E adesso rompiamo le palle su una bimba che magari in politica estera ne sa più di Tajani? Anche Conte ha detto che pure lui quando era premier si è portato il figlio bambino a una riunione del G20 in Giappone. Ma lì nessuno ha detto niente.
Sai cosa? La Metzola ha 4 figli e la Von der Layen ne ha 7. Dovreste organizzare un piccolo G3 per confrontarvi sulla gestione della prole. Un bel G3 di leader donne per dimostrare che è il carisma che fa il potere, non la prostata.
Tu hai detto che hai il diritto di guidare questa Nazione senza per questo privare Ginevra di una madre. Sono d’accordo con te, anzi, tu sei un’apripista in questo, sei la prima donna premier e madre italiana, fai che questo privilegio diventi un diritto di tutte le donne.
Che ogni madre possa portare avanti la sua carriera in totale parità e senza lo stigma di aver fatto un figlio. Fai in modo che ogni madre quando il caso lo richieda, possa portarsi i figli sul lavoro, in aereo, e anche sui barconi senza il pericolo di essere cacciata via o rimbalzata di porto in porto. Anche quelli sono bambini che le loro mamme portano in viaggio. Ma non per scelta, per necessità. Perché loro non sono nel G20, sono nel G-Ultimi degli ultimi.
Ti saluto genitore uno e genitore due. Tua per sempre. Lucianina.
P.S. Ancora una cosa. Nessuno si dovrebbe mai permettere di giudicare un genitore che ama il proprio figlio. Sia che quel genitore sia omosessuale, single e persino presidente del Consiglio. Ogni amore è amore a modo suo.
P.P.S. Meno male che non ho mai fatto la Presidente del Consiglio perché se avessi portato i miei due figli al G20 avrebbero fatto un tale casino che sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale”.
(foto e video: da “Che Tempo che Fa”, Rai 3)