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Legge elettorale: affinità e differenze tra il sistema tedesco e noi
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-05-29
I partiti sembrano aver finalmente trovato un accordo che porterà al voto una norma molto simile al sistema elettorale attualmente in vigore in Germania. Ma ci saranno alcune differenze che faranno declinare all’italiana il metodo
Un sistema tedesco all’italiana. Sulla legge elettorale i partiti sembrano aver finalmente trovato un accordo che porterà al voto una norma molto simile al sistema elettorale attualmente in vigore in Germania. Ma ci saranno alcune differenze che faranno declinare all’italiana il metodo. L’elettore, spiega oggi il Corriere della Sera che mette a confronto i due sistemi, avrà a disposizione due voti: con il primo elegge un candidato in un collegio uninominale, che serve per scegliere i rappresentanti ma non è determinante per stabilire il numero complessivo dei seggi assegnati a una lista. Con il secondo voto si determina l’assegnazione complessiva dei seggi con metodo proporzionale.
Qui c’è la prima importante differenza tra i due sistemi. In Germania il candidato che vince in un seggio uninominale è automaticamente eletto e se una lista ottiene più seggi uninominali di quanti gliene assegna la quota proporzionale il numero totale dei deputati potrà crescere. In Italia invece il numero dei parlamentari è fisso e quindi non è detto che arrivare primi in un collegio uninominale garantisca l’elezione, perché la lista può aver ottenuto meno seggi al proporzionale rispetto alle vittorie nei collegi. Un’altra differenza riguarda i candidati della quota proporzionale: in Germania sono scelti in listini bloccati; in Italia potrebbero esserci liste da 6 candidati in 27 circoscrizioni oppure 3 candidati in 50 circoscrizioni. Infine, il voto disgiunto: in Germania si può votare un candidato nell’uninominale e uno nel proporzionale. In Italia questo non sarà consentito.
Per quanto riguarda il Senato, in Germania i senatori sono nominati dai governi dei Land. In Italia ci sarà un voto proporzionale per stabilire la distribuzione dei seggi, ma metà dei candidati è scelta in collegi uninominali. In Germania una lista deve ottenere almeno il 5% dei voti per partecipare alla distribuzione dei seggi; in Italia il punto è ancora in discussione. La Costituzione italiana, infine, no prevede il meccanismo della sfiducia costruttiva.
Infine, in questa simulazione tratta da Repubblica si vede chi entra in parlamento con la soglia immaginata al 5% al 3% o al 2,5%. L’ultima ipotesi sarebbe una “tana libera tutti” che porterebbe in parlamento anche Sinistra Italiana e Alternativa Popolare, con le altre i partiti dovranno unirsi. La soglia più alta metterebbe a rischio anche la presenza di Fratelli d’Italia.
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