Cultura e scienze

L'attentato di Barcellona è un false flag

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-08-18

Anche l’attentato di Barcellona è un false flag. Lo dicono i soliti esperti che dopo aver osservato i cadaveri e i corpi delle persone ferite hanno concluso che il sangue è salsa di pomodoro e i morti sono quasi tutti manichini. Il movente? Ovviamente impedire alla Catalogna di ottenere l’indipendenza dalla Spagna

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A pensarci bene non può essere andata che così. Quello di Barcellona non è un vero attentato: è un false flag. Proprio come lo sono stati quelli di Nizza, Parigi, Bruxelles, Berlino e Manchester, tutti attentati “finti”, senza vere vittime e senza sangue. Quelle che in televisione vengono presentate come vittime o feriti della furia omicida degli attentatori sono in realtà attori, in gergo tecnico crisis actor. E lo sono anche le loro famiglie, come ha sostenuto un geometra nel caso di Valeria Solesin, la ragazza italiana morta durante l’attacco al Bataclan.

Salvo Mandarà e le gambe “sgonfiate” delle vittime

Anche a Barcellona ma sempre comodamente da Internet gli esperti di falsificazioni e manipolazioni mentali hanno trovato le prove che si tratta di una messinscena. Il noto indagatore dell’occulto Salvo Mandarà ha scoperto il trucco cinematografico analizzando i filmati trasmessi dalle televisioni. In particolare ha notato che il corpo di una delle vittime non sembra realistico.
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Una delle gambe, spiega Mandarà, sembra “sgonfiata”. Un elemento che dimostra chiaramente che quella non è una persona vera ma un manichino.
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Ed infatti Mandarà, che in passato è stato addetto video per il M5S, ironizza sul fatto che ormai i crisis actor costano troppo.
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Ironia che è colta da uno dei suoi fan che fa prontamente un collegamento con l’attentato di Nizza e alla ben nota teoria complottistica secondo la quale un proiettile può colpire il bersaglio solo se è sparato frontalmente.
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Sulla pagina Facebook del nostro eroe qualcuno si lascia prendere la mano e parla di riferimenti occulti al “sole nero”. Una strage che si rispetti non può avere anche dei risvolti esoterici. Del resto sappiamo tutti chi comanda il Mondo.
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In tutto questo frenetico rovistare tra i cadaveri Mandarà non si dimentica di farci notare che i manipolatori hanno come obiettivo non solo quello di creare paura e terrore ma anche di produrre sbandamento.
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E come potrebbero farlo con dei veri attentati? Meglio creare dei finti attentati con attori, manichini e – perché no – qualche vera vittima innocente se proprio capita.

Gli scrupolosi esaminatori dei cadaveri

Ieri, nell’immediatezza dell’attentato sono stati pubblicati su Facebook numerosi video live di persone scampate all’attacco che documentavano quanto accaduto. C’è stato chi ha esaminato questi filmati e ha scoperto di manichini con il braccio mozzato, di sangue fatto con “salsa di pomodoro o simile” e di persone che fingono di essere morte o ferite.
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Un lavoro davvero fatto male, ci sono scene di film e telefilm molto più realistiche. Ma non è la precisione e la veridicità che importano alle élite quanto invece “l’impatto emotivo” che l’attentato crea. Da 16 anni a questa parte “ci prendono in giro”. Il riferimento è all’attentato dell’11 settembre 2001, considerato la madre di tutti i false flag.
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La prova regina ovviamente è il fatto che la polizia ha prontamente rinvenuto sulla scena il documento di uno degli attentatori. Peccato che il documento non fosse dell’attentatore ma del fratello, che a quanto risulta ora (ma la situazione è ovviamente in evoluzione) non sembra essere coinvolto direttamente nell’attentato.
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Ma come sempre sono solo dettagli che nella ricostruzione di chi ci spiega che è tutto un false flag fanno fatica ad entrare, e quindi “per amore della verità” vengono lasciati tranquillamente fuori.

Il complotto del referendum per l’indipendenza

Tutti sanno che Barcellona è in Catalogna e che periodicamente i catalani chiedono di poter ottenere l’indipendenza dalla Spagna. A ottobre è previsto un nuovo referendum per l’indipendenza ed ecco scoperto il vero movente dell’attentato. Grazie all’attentato infatti il governo centrale spagnolo ha l’opportunità di militarizzare la città per poter rispondere con la forza, nel caso sia necessario, ad un eventuale successo degli indipendentisti.
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Non si tratta di una teoria diffusa da pochi ed isolati esperti di false flag. L’AdnKronos riferisce che il presidente della Catalogna Carles Puigdemont ha definito “meschini” i collegamenti che vengono fatti in queste ore tra gli attentati di Barcellona e Cambrils ed i piani indipendentisti del governo. Durante un intervento sull’emittente Onda Cero,
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Puigdemont ha assicurato che quanto successo nelle ultime ore non modificherà la ‘road map’ del governo sul processo indipendentista, lamentando poi che “si approfitti per fare una politica di questo livello” in un momento del genere. Ma nel frattempo l’idea che si tratti tutto di un complotto per impedire ai catalani di avere il proprio stato indipendente è diventata una delle teorie principali per spiegare le ragioni dell’attentato.

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