La vergogna pugliese delle indennità di fine mandato per i consiglieri regionali ripristinate all’unanimità

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-05

Dopo otto anni in Puglia tornano le indennità di fine mandato, la giunta ha approvato le indennità di fine mandato all’unanimità

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Il dado della vergogna è tratto, in Puglia il consiglio regionale ha approvato all’unanimità l’emendamento che reinserisce . Un momento molto triste per la politica della regione guidata da Michele Emiliano. I capigruppo dei partiti hanno firmato un documento in cui, con valore retroattivo, ripristina delle indennità di fine mandato a partire dalla legislatura in cui era stata sospesa l’elargizione degli emolumenti.  L’unica consigliera schieratasi contro la decisione della giunta è stata l’ex leader pentastellata in Puglia Antonella Laricchia, ormai ultima rimasta in Regione a difendere le vecchie idee del Movimento.

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Michele Emiliano ha aspettato agosto per ripristinare la vecchia e cara tradizione delle indennità di fine mandato. Come se il paese non attraversasse una stagione critica e i 355mila euro all’anno che costerà orientativamente il vitalizio non potessero davvero essere utilizzati in altro, a fronte di una regione in cui i collegamenti con i luoghi del turismo sono deboli, la Xylella ha distrutto l’oro di Puglia e le biblioteche scarseggiano in ogni città. Quello che si evince dal documento sottoscritto dai capigruppo dei vari partiti rappresentati in Consiglio regionale è un ripristino dei benefici, circa 7100€ all’anno, in un’emendamento inserito quasi di nascosto. “Si è trattato infatti di un emendamento presentato all’ultimo momento, da tutti i capigruppo di tutte le forze politiche, compreso ahimè il M5S (che di M5S conserva solo il nome, ma non più i principi e i valori), quello anestetizzato dal PD, che si è venduto politicamente a Emiliano, come prima aveva fatto parte del centrodestra – ha scritto Antonella Laricchia – Già nella scorsa legislatura avevano provato a reintrodurre il Trattamento di Fine Mandato, per il quale non avevano versato un solo euro, non riuscendoci grazie all’opposizione del M5S (che nella scorsa legislatura seguiva ancora i principi per i quali è nato).

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