La storia della pantera fuggita tra San Severo e il Gargano

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-26

Ci sono alcuni video che ritrarrebbero l’animale ma che non consentono assolutamente una identificazione certa, anzi: fanno crescere i dubbi perché sono sfocati e inquadrano con difficoltà il felino

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Da una decina di giorni i giornali pugliesi raccontano la storia di una pantera nera segnalata a San Severo in provincia di Foggia e poi spostatasi fino al Gargano. Ci sono alcuni video che ritrarrebbero l’animale ma che non consentono assolutamente una identificazione certa, anzi: fanno crescere i dubbi perché sono sfocati e inquadrano con difficoltà l’animale. Ma ci sono anche alcuni testimoni che dicono di averla vista.

La storia della pantera fuggita tra San Severo e il Gargano

Come il racconto di Nicola Chiarappa, 30 anni, proprietario di una azienda che produce fuochi pirotecnici. È lui, il 15 gennaio, ad imbattersi per la prima volta nella pantera, non lontano dal recinto della sua fabbrica. All’inizio pensava fosse un cane. «A un certo punto — racconta — si è girata e l’ho guardata in faccia. Aveva due denti affilati. Poi è saltata sul cofano della mia auto ed è scappata. È stata una cosa molto rapida». E c’è anche una capra sgozzata, oltre a un’orma (presunta) segnalata e inquadrata dalle telecamere.

pantera san severo impronte

Luigi Urbano, responsabile del servizio veterinario dell’Asl di zona, dice che le tracce e gli avvistamenti sono attendibili. Ma la pantera, spiega oggi Repubblica, continua a non farsi trovare:

«Siamo sconfortati. Lo sforzo è enorme, l’impegno è massimo, ma per il momento non siamo riusciti a catturarla». I veterinari dell’Asl studiano le orme che assomigliano a quelle di un grosso felino. Le studiano e le seguono: dal luogo del primo avvistamento la pantera ha percorso almeno dieci chilometri. Si muove nelle campagne, ma senza allontanarsi troppo dal centro abitato.

Una famiglia è convinta di averla intravista dal balcone, ha chiamato i carabinieri e contemporaneamente ha girato un video. «L’abbiamo vista. È una bestia» dice la signora. Il filmato mostra un grosso animale nero. Come le immagini di un altro video. La pantera si aggira in un vitigno. Due agricoltori si appostano in lontananza. «Mamma mia che zampone che ha» dice l’uno all’altro.

Gli avvistamenti della pantera in provincia di Foggia

E mentre qualcuno ricorda casi simili, come ad esempio la pantera nera del lago d’Iseo del 2015, avvistata a più riprese nell’arco di un mese: il WWF mise delle fototrappole che vennero in seguito rubate, mentre del felino latitante nessuna traccia, e l’ipotesi sulla sua provenienza è solida. La zona tra San Severo e San Nicandro Garganico è terra di mafia. «La pantera potrebbe essere scappata dalla casa di un boss», si sostiene. E il dispiegamento di forze è sempre più impetuoso:

Non lontano da San Severo sono state posizionate tre gabbie, piene di carne. E nulla, la pantera non ha abboccato. Più di dieci, tra tecnici e veterinari dell’Asl, perlustrano le campagne con i fucili, carichi di anestetico. E nel frattempo aspettano i segnali dei Predator dell’Aeronautica, velivoli comandati da terra partiti dalla base di Amendola. L’altro giorno sembrava quello giusto con la segnalazione di un felino. Invece era soltanto un grosso gatto nero selvatico.

pantera san severo gargano
Gli avvistamenti della pantera (La Repubblica, 26 gennaio 2020)

Non la pantera, quindi, che forse, si è spostata dove non avrebbe dovuto, nei boschi del Gargano, in una delle aree più incontaminate della Puglia: trovarla sarà ancora più difficile. È oramai buio quando a San Marco in Lamis due allevatori dicono di averla vista. Una segnalazione, l’ennesima, senza riscontro.

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