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La scalata al potere di Silvia Virgulti, la sexy fidanzata di Luigi Di Maio

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-06-01

Quando la politica è un affare di famiglia: il grillo rampante del Movimento Cinque Stelle e il suo rapporto con la consulente della comunicazione voluta da Gianroberto Casaleggio.

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Durante un’agiografica intervista di Vanity Fair al Vicepresidente della Camera Luigi Di Maio il “premier in pectore” del Movimento 5 Stelle ha mostrato il suo lato privato, così come deve fare ogni buon leader politico che per accreditarsi nel ruolo di futura guida del paese deve saper parlare dei suoi sentimenti. Ed è così che Di Maio ha parlato della sua relazione con Silvia Virgulti dicendo di “essere orgoglioso di una fidanzata sexy” e parlando anche di sesso, d’amore e dei progetti futuri della coppia che includono figli e matrimonio (perché Di Maio ci tiene a farci sapere di essere credente anche se non praticante).

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Silvia Virgulti, la quarantenne fidanzata del Vicepresidente della Camera Luigi di Maio

Passione politica, amore e PNL

È però ancora presto per parlare di nozze, perché – spiega sempre il Vicepresidente della Camera – la coppia non condivide solo un progetto personale ma anche quello per il Paese. La Virgulti infatti è la consulente della comunicazione dei Cinque Stelle. Non di tutti però, solo di alcuni selezionatissimi ai quali dispensa consigli su come bucare il video e insegnamenti a base di PNL quei trucchetti che servono per rendere più efficace la comunicazione anche quando non si ha nulla di concreto da dire. Tra i pochi fortunati che vengono assistiti (ma le malelingue preferiscono dire addestrati) ci sono Di Maio, Di Battista, Morra, Toninelli e altri. In pratica tutti i big del Movimento (televisivamente parlando). Pare che sia stata lei a suggerire alla Senatrice Paola Taverna l’idea di diventare la Giorgia Meloni del Movimento Cinque Stelle. Secondo quanto scritto da Alessandro Trocino in un pezzo apparso sul Corriere qualche tempo fa la fidanzata-coach di Di Maio agirebbe come una sorta di Gianni Boncompagni in salsa grillina, una suggeritrice sempre pronta a teleguidare il fidanzato, per il bene del Paese, s’intende. Ipotesi seccamente smentita in una lettera inviata al Corsera dove veniva definita falsa “l’espressione, apparsa nell’articolo, che vedrebbe la dott.ssa Virgulti «teleguidare con l’auricolare» il vice presidente della Camera Luigi Di Maio; espressione che appare più tesa a delegittimare quest’ultimo“. A sua volta Trocino aveva replicato dicendo che nel suo articolo non c’era “nessuna delegittimazione della dottoressa Silvia Virgulti né, tanto meno, del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Quanto riportato è frutto di un’accurata ricostruzione di eventi, confermata da più fonti“. Di vero c’è che la Virgulti è stata assunta direttamente da Casaleggio, e fa sorridere che la Chiesa di Grillology in qualche modo si occupi anche di trovare le fidanzate ai suoi leader.

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Ilaria Loquenzi con Silvia Virgulti nella foto profilo su Facebook

La rissa per il controllo della comunicazione dei parlamentari a 5 Stelle

Ma la Virgulti, assunta direttamente da Gianroberto Casaleggio, è stata protagonista anche di un’altra vicenda interna al Movimento: lo scontro con la responsabile comunicazione del Movimento 5 Stelle Ilaria Loquenzi ex-collaboratrice della Taverna. In palio all’epoca c’era proprio il posto della Loquenzi ovvero la guida delle strategie di comunicazione dei parlamentari pentastellati. Un ruolo tutt’altro che marginale visto che il responsabile comunicazione grillino ha il compito di curare i rapporti tra Roma e Milano, dove ha sede l’azienda del semplice tecnico informatico che si occupa della manutenzione del sistema operativo a Cinque Stelle. Nel giugno 2015 la Loquenzi era stata sfiduciata dalla maggioranza dei parlamentari grillini (ma non da quelli che fanno parte del Direttorio, tra cui lo stesso Di Maio) e all’epoca era dato per certo che a prendere il suo posto sarebbe arrivata proprio la sexy fidanzata di Di Maio. I parlamentari si erano infatti espressi a favore dell’arrivo di Silvia Virgulti a capo della comunicazione. Ad un certo punto però, come è uso e costume nella democrazia diretta a Cinque Stelle, Grillo e Casaleggio decisero di non tenere conto della decisione dei cittadini-portavoce e confermarono la Loquenzi nel suo ruolo.

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La nascita di un amore!1

La decisione dei due fondatori del Movimento venne giustificata sulla base del regolamento interno secondo cui spetterebbe ai fondatori cinquestelle indicare i capi degli staff comunicazione di Camera e Senato, ed all’assemblea ratificare la scelta con un voto. I due leader hanno letto l’episodio come un atto di sfida ed hanno riproposto lo stesso nome, quello della Loquenzi, intimando ai parlamentari di partecipare all’assemblea (la scorsa assemblea erano presenti soltanto una quarantina) e di votare a favore della loro candidata. L’intervento di Milano non è piaciuto a molti parlamentari che hanno giudicato la richiesta una intromissione. La Loquenzi, suo malgrado, è divenuta motivo del contendere tra fazioni in lotta. Contro la proroga del suo mandato – già da un anno lavora con il M5S alla Camera – avrebbero votato i deputati che hanno inteso così sfidare Grillo e Casaleggio, ma anche alcuni parlamentari che si lamentano del fatto di non essere stati abbastanza coinvolti nelle attività di comunicazione (ovvero di essere andati poco in televisione). Ed è un caso che sia stata proprio la Virgulti a tenere a Milano i corsi alla Casaleggio Associati per i dieci parlamentari selezionati per andare in televisione? Il voto sulla Loquenzi mise in difficoltà anche il Direttorio che guida la pattuglia parlamentare a Roma. Milano avrebbe rimproverato ai cinque membri di aver trascurato il voto e di aver consentito che si creassero i presupposti per un incidente che – viene raccontato – “si poteva tranquillamente evitare”. Allo stesso tempo, alcuni deputati accusarono il direttorio di essere “al servizio” di Grillo e Casaleggio.
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La zarina del Movimento 5 Stelle e i migranti

La “zarina” (così viene chiamata la Virgulti) pare sia anche colei che ha indicato a Grillo la linea da seguire sui migranti. Sappiamo che il leader del Movimento ha spesso assunto posizioni vicine alla Lega (ad esempio a proposito del reato di clandestinità) parlando a più riprese di “invasione” e dimostrando di non capirci molto di flussi migratori. Come riferiva Jacopo Jacoboni sulla Stampa in un documento interno redatto dalla sexy-fidanzata di Di Maio si consigliava di usare a fini elettorali la rabbia che gli italiani provano nei confronti degli immigrati:

«L’argomento immigrazione suscita molte emozioni,tra cui in primis paura e rabbia. Per questo, in tv iniziare ad argomentare o spiegare trattati o proporre soluzioni più o meno realistiche è inutile, perché le persone sono in preda alle emozioni e sentono minacciate loro stessi e la loro famiglia; non si può pretendere che seguano un discorso puramente razionale». La conclusione è cinica, consiglia di puntare tutto sul «ricalco emotivo»: «Diamo sfogo a rabbia+paura». E ancora, parlando della tristissima vicenda dei migranti bloccati a Ventimiglia: «Questa storia di Ventimiglia può farci gioco per ritirare fuori il temano euro e no Europa dei burocrati. Gli italiani si sentono soli, la Francia ci sta schiacciando, è l’evidenza che l’Ue non ci dà alcun supporto, sia in ambito economico, sia in ambito sociale, possiamo legarci il nostro referendum!»

La lettera di smentite inviata al Corsera negava anche questa ipotesi (confermata però da più fonti) ma è indubitabile che Grillo abbia spesso premuto sul tasto della paura degli immigrati per raccogliere consensi. Forse davvero qualcuno ai piani alti del Movimento 5 Stelle ascolta i consigli di Silvia Virgulti.

EDIT 16 novembre 2018: In riferimento all’ultimo paragrafo e all’articolo di Jacoboni, Silvia Virgulti ha vinto una causa per diffamazione al tribunale civile nei confronti del giornalista, del direttore del quotidiano e dell’editore che hanno risarcito il danno dopo che il giudice lo ha pienamente riconosciuto. In particolare, nella sentenza il giudice ha scritto che quella scheda interna non era riferibile a Virgulti e che il significato della stessa è stato stravolto.

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