La risposta di Enrico Letta allo strappo di Calenda: “Noi andiamo avanti”

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-08-07

Enrico Letta ha risposto con un tweet pubblicato subito dopo le dichiarazioni del leader di Azione a Mezz’ora in più su Rai 3

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Il segretario del Pd Enrico Letta ha risposto allo strappo del leader di Azione Carlo Calenda. Lo ha fatto tramite un tweet pubblicato subito dopo le dichiarazioni dell’ex ministro dello Sviluppo economico a Mezz’ora in più su Rai 3. Il leader dei dem ha scritto: “Ho ascoltato Carlo Calenda. Mi pare da tutto quel che ha detto che l’unico alleato possibile per Calenda sia Calenda. Noi andiamo avanti nell’interesse dell’Italia”.

 

Non si è fatta attendere la replica di Carlo Calenda, che su Instagram ha scritto: “No Enrico, in verità eri tu. Buon viaggio e grazie comunque per la disponibilità a discutere”.

 

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Enrico Letta e la rottura con Calenda: le parole del leader di Azione

Carlo Calenda ha comunicato la rottura dell’accordo col Pd a Mezz’ora in più su Rai 3, intervistato da Lucia Annunziata. “Questa è una delle decisioni più sofferte, la più sofferta. Lo ho comunicato al Pd, poco prima di venire qui a Dario Franceschini, di non portare avanti questa alleanza. Credo sia contraria a tutto quello che ho promesso. Con grande dispiacere, ci avevo creduto, forse sono stato ingenuo. Non credo ci sia la possibilità di raccontare alleanze che sono un pezzo con uno un pezzo con l’altro. A Letta ho chiesto perché ha detto di no al M5S che ha il 10% perché ha votato la sfiducia a Draghi e dice sì a partiti che hanno votato la sfiducia a Draghi 55 volte e che hanno un terzo dei loro consensi. Che senso ha?”, ha detto il leader di Azione.

“Non mi sento a mio agio, non c’è dentro coraggio, bellezza, serietà e amore a fare politica così, ho quindi comunicato ai vertici del Pd che non intendo andare avanti con questa alleanza”. Così Carlo Calenda, leader di Azione a Mezz’ora in più, su Rai Tre. “L’ho detto poco fa a Franceschini – rivela – . E’ una delle decisioni più sofferte che ho preso da quando sono in politica”, aveva spiegato poco prima.

“Ho deciso di fare politica dopo le elezioni in cui il Pd aveva preso la quota piu’ bassa nel 2018. Pensavo potesse essere l’unico argine al populismo. Poi ha preso una piega diversa e l’ho lasciato. Alla vigilia di queste elezioni, dopo la caduta di Draghi, ho intrapreso una trattativa col Pd perche’ non ho mai voluto distruggere il Pd. Ho fatto un negoziato con Letta avendo sempre in mente l’idea di costruire un’alternativa di governo. Siamo simili io e Letta, abbiamo la credibilita’ per dire che c’e’ un’altra Italia possibile, un’Italia che non promette ma realizza. E poi mano a mano che si andava avanti si aggiungevano pezzi che stonavano ex M5s e chi aveva votato la sfiducia a Draghi. L’alleanza sempre piu’ si e’ trasformata fino ad oggi che mi trovo a fianco persone che hanno votato 54 volte la sfiducia a Draghi e poi ex M5s. C’erano due pulsioni, una a fare una proposta di governo una a fare un Cln e alla fine in Enrico è rimasto al Cln”, queste le motivazioni dell’ex ministro dello Sviluppo economico.

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