Opinioni
La mia risposta a Alessio Villarosa (sulla storia di banche, fidi e fondi interbancari)
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2015-12-19
Alessio Villarosa molto gentilmente risponde all’articolo dedicato a lui e a Di Battista ieri qui. Questo è il video di Alessio Villarosa a cui replico molto volentieri sotto: Le bufale di Next quotidiano su Alessandro Di Battista e Villarosahttp://www.nextquotidiano.it/piazzapulita-dibattista-villarosa/Maestri di disinformazione in azione Se avete repliche scrivete qui così ci confrontiamo Posted by Alessio Villarosa […]
Alessio Villarosa molto gentilmente risponde all’articolo dedicato a lui e a Di Battista ieri qui. Questo è il video di Alessio Villarosa a cui replico molto volentieri sotto:
Le bufale di Next quotidiano su Alessandro Di Battista e Villarosahttp://www.nextquotidiano.it/piazzapulita-dibattista-villarosa/Maestri di disinformazione in azione Se avete repliche scrivete qui così ci confrontiamo
Posted by Alessio Villarosa on Sabato 19 dicembre 2015
In premessa, Villarosa afferma che non è la prima volta che parliamo di lui. In effetti è vero. È infatti accaduto che il giorno dopo la strage di Parigi Villarosa abbia scritto uno status su Facebook confondendo quegli accadimenti con quelli di Charlie Hebdo, e poi, una volta accortosi della gaffe, abbia in tutta fretta cancellato il post da Facebook. Abbiamo raccontato la storia qui.
In secondo luogo, Villarosa sostiene che “il documento non è di Bankitalia ma è del Fondo Interbancario. Ecco il documento”. Ricordo che nell’articolo avevo postato lo status di Alessio Villarosa che risaliva al giorno precedente come fonte per la mia affermazione. Eccolo qui. Potete leggere cosa c’è scritto nello status e nelle foto e farvi una vostra idea su chi abbia ragione e chi torto.
Villarosa sta quindi leggendo un documento allegato all’indagine conoscitiva sul sistema bancario di Bankitalia. Ovvero, la fonte del documento. E meno male che ammette che in effetti Di Battista ha sbagliato dicendo “2011”. In effetti, era tutto qui il discorso: come poteva essere del 2011 se la crisi delle quattro banche comincia tra 2012 e 2014? Ma questo, come avevo scritto nell’altro articolo, è il minimo. Nella parte più interessante del suo video, Alessio Villarosa torna invece sul punto più importante. E dice che Renzi e Padoan non hanno voluto usare il Fondo Interbancario, sfidando a portare documenti che affermino che l’Unione Europea ha respinto la soluzione del Fondo interbancario bollandola come aiuto di Stato. Ma nell’articolo di cui stavamo parlando un “documento” c’è. Le interrogazioni, gli interventi e le mozioni di sfiducia del MoVimento 5 Stelle citano infatti spesso articoli di giornale. In quel pezzo io avevo portato un articolo di giornale: l’intervista a Salvatore Rossi, direttore generale di Bankitalia. Leggere anche soltanto le parti sottolineate in rosso aiuterà Villarosa a comprendere chi volesse usare il Fondo Interbancario e chi l’abbia impedito parlando di procedura di infrazione per aiuti di Stato.
Come notate, nel video Villarosa IGNORA TOTALMENTE questa intervista e chiede di avere documenti che affermino che l’UE ce l’ha impedito. Ma Villarosa contemporaneamente sostiene che Renzi e Padoan erano contrari all’uso del Fondo Interbancario. Ebbene: documenti che affermino che Renzi e Padoan NON VOLESSERO l’uso del fondo non ce ne sono. In compenso ci sono centinaia di articoli di giornale che raccontano il contrario. E visto che Villarosa ce lo chiede con così tanta gentilezza, facciamo un po’ di rassegna stampa. Lunedì 11 novembre, Il Sole 24 Ore (il quotidiano citato dal MoVimento 5 Stelle nella mozione di sfiducia per Maria Elena Boschi: sarà sicuramente credibile, no?):
11 novembre, il Resto del Carlino, con citazione di Padoan:
22 novembre 2015, Il Fatto Quotidiano (giornale considerato attendibile dai grillini, no?):
E se Villarosa vuole gliene posso elencare un altro centinaio: sono tutti articoli presenti anche nella rassegna stampa della Camera, e Villarosa li potrà trovare facilmente per confrontarli (o magari, finalmente, per leggerli e per capirci qualcosa. Sbaglia poi quando parla di liquidazione delle banche e mostra documenti su aumenti di capitale: è l’Unione Europea ad aver prospettato la liquidazione delle banche come una delle tre ipotesi di soluzione del problema. Non c’entrano nulla quindi aumenti di capitale e altri documenti: stiamo parlando di quanto accaduto in sede europea. Anche questo lo dice Rossi nell’intervista al Corriere, che Villarosa “liscia” forse perché sarebbe impegnativo dire che il direttore generale di Bankitalia mente senza averne le prove. Infine Villarosa giustamente ricorda che il Fondo Interbancario è stato utilizzato per Tercas e altre realtà in difficoltà negli anni precedenti, e ha perfettamente ragione a ricordare i precedenti storici. Infatti proprio per questo il governo e Bankitalia volevano utilizzare quel fondo MA l’Unione Europea, nell’occasione, ha minacciato che nel caso sarebbe arrivata la procedura di infrazione per aiuti di Stato, come ha dichiarato il direttore generale di Bankitalia al Corriere della Sera, come hanno scritto tutti i giornali d’Italia, come NON ha negato la Direzione generale alla Concorrenza (lo racconta sempre Rossi) e come sarebbe l’ora che Villarosa capisse. Se non altro perché è pagato con i miei soldi.
Edit2: Già che ci sono, aggiungo anche Fabrizio Massaro, Corriere della Sera, 6 novembre 2015:
Edit3: Villarosa, sempre a proposito del diniego di Renzi e Padoan a usare il Fondo Interbancario, potrà anche confrontare con quanto lui crede questa agenzia di stampa del 18 dicembre che riporta le parole di Renzi :
Per la risoluzione delle quattro banche, l’Italia ha seguito le indicazioni della Commissione europea e per questo il presidente del Consiglio Matteo Renzi considera “lunari” le recenti dichiarazioni del Commissario Ue Jonathan Hill. “Noi abbiamo una lettera del commissario Hill in cui ci spiega che cosa bisognava fare e che cosa no per evitare la procedura per aiuti di stato”, ha spiegato Renzi al termine del Consiglio europeo. “In quel caso, per come funzionano le regole bancarie, avrebbe provocato un dramma e non ce la siamo sentita di creare un rischio potenziale per la fiducia dei consumatori”. Dopo, Hill “ha detto che e’ stata l’Italia a decidere”: allora, ha concluso Renzi, “o il commissario non ha visto la lettera che ha firmato o non ha letto le sue dichiarazioni”. L’Italia, ha ribadito, “segue tutte le regole e ha seguito quel percorso: siamo gente seria”.
Renzi sta appunto spiegando che la strada percorsa dal governo era quella indicata dalla UE per non incorrere in infrazioni. Segno che le altre strade, tra cui l’uso del fondo come voleva fare il governo, erano state chiuse dalla stessa UE.
Edit4: Alessio Villarosa ha replicato a questa replica sulla sua pagina Facebook. Di seguito le sue risposte e la nostra controreplica:
Permettetemi di riepilogare la questione: Villarosa afferma che Renzi e Padoan per loro scelta non hanno voluto usare il Fondo. Noi sosteniamo che nell’occasione invece i due, su suggerimento di Bankitalia, volevano usarle ma è stato di fatto impedito dalla UE, che ha paventato la procedura per aiuti di Stato. Né noi né Villarosa abbiamo documenti ufficiali a supporto (non potrebbero essercene, visto che la trattativa è stata informale e anche se Renzi parla di una lettera dalla UE ricevuta dal governo italiano), ma Villarosa non si rende conto di non averne e li chiede agli altri. Per questo noi abbiamo pubblicato un’intervista al direttore generale di Bankitalia che spiega che è andata come diciamo noi. Villarosa usa Bankitalia come fonte quando si tratta di attaccare il governo; quando noi usiamo Bankitalia come fonte per dimostrargli che ha torto, non gli va bene.
Qui Villarosa, a parte le 130mila persone colpite (nella realtà sono molto di meno) dice tutte cose giuste: l’UE ha davvero autorizzato interventi e permesso aiuti di Stato alle banche in questi anni. Proprio per questo Renzi, Padoan e Bankitalia hanno reagito in maniera così aggressiva. Perché l’UE ha concesso ad altri di fare una cosa che a noi ha negato. Lo scandalo per cui urlare e incazzarsi, in effetti, nell’occasione è tutto qui.
Qui Villarosa cita la replica del commissario Hill che avevamo ospitato anche in questo articolo. La risposta va letta insieme all’intervista di Rossi, il quale conferma che l’UE ha messo davanti all’Italia tre opzioni:
1) la liquidazione delle banche, che avrebbe comportato perdite significative e dolorose anche per dipendenti e correntisti, e per questo è esclusa da tutti (governo, opposizione, Bankitalia) come soluzione;
2) la soluzione del Fondo (minacciando però la procedura per aiuti di Stato);
3) la soluzione che poi è stata adottata con il Salvabanche.
Anche un bambino capirebbe che nell’occasione la possibilità di scelta che ci ha “regalato” la UE era tra tre opzioni di cui due di fatto impraticabili: l’una perché sarebbe stato un bagno di sangue, la seconda perché avrebbe comportato la procedura per aiuti di Stato. Ecco quindi che la libertà di sceltà è una buffonata, e proprio questo ha detto Salvatore Rossi, direttore generale di Bankitalia nell’intervista al Corriere. Molto spesso si dice, nella polemica politica, che il tale provvedimento “è tutta colpa della UE”. In molti casi si accusa a sproposito l’Unione Europea dell’incapacità e dell’inazione dei governi locali (lo ha fatto anche Renzi). Questa occasione è invece uno dei rari casi in cui l’opzione “è tutta colpa della UE” è valida.
Leggi sull’argomento: Piazzapulita, la bufala di Di Battista (e Villarosa) su Renzi, Padoan e il Fondo Interbancario
Edit martedì 22 dicembre, 8:44: L’ultimo edit sulla vicenda lo faccio oggi, martedì 22 dicembre, perché sono emersi nuovi elementi sulla vicenda, a partire dall’intervista di Matteo Renzi al Financial Times in cui, a proposito del decreto delle quattro banche, parla di una lettera ricevuta da Jonathan Hill e Marghrete Vestager «che segnalava quello che avremmo potuto e non potuto fare». Parto però da questa risposta di Alessio Villarosa a un commento sulla sua pagina Facebook:
Mi pare positivo che il MoVimento 5 Stelle abbia richiesto risposte ufficiali all’Unione Europea sulla vicenda. Qui però vogliamo per una volta travestirci da indovini e dire già come Bruxelles replicherà. Pare infatti altrettanto ovvio che l’Europa risponderà come ha già risposto: nella lettera spiegherà di aver riunito una serie di proposte di cui non fornirà i dettagli e dirà che il governo ha scelto una di queste. Lo ha già fatto con un portavoce nei giorni successivi al decreto e con il commissario Hill che ha incontrato direttamente i giornalisti subito dopo, quando il caso in Europa era già scoppiato. Potrebbe accennare, come ha fatto anche Bankitalia un paio di giorni fa, a parlare di soluzioni consentite e non consentite dalla legge, e anche questo sarebbe un segnale. Non fornire i dettagli della vicenda, come è costume della Commissione, permetterà di sfangarla sul punto fondamentale della discussione. Ci sono infatti tre prove che ci permettono di sapere già come si sono svolti i fatti, che vado a riepilogare in ordine di importanza crescente, e quindi partendo dalla meno importante:
1 – Le affermazioni di Matteo Renzi contenute in una serie di lanci di agenzia alla fine dell’ultima riunione a Bruxelles, che hanno parlato di una lettera della UE che metteva il governo italiano di fronte al rischio di una procedura di infrazione per aiuti di Stato, confortate dalle parole di Renzi al FT di oggi che chiamano in causa direttamente Hill e Vestager come firmatari della missiva. L’obiezione a questo fatto è chiara: “Ma Renzi è un contaballe!”, direbbe un grillino. In effetti avrebbe molte ragioni da questo punto di vista, e qui su neXt ne abbiamo parlato piuttosto spesso. Vero è anche che una balla dettagliata è più difficile da smentire e in questo caso i dettagli ci sono. Il problema è che le parole di Renzi concordano perfettamente con quelle di Bankitalia, che in un’occasione che più ufficiale non si può ha confermato tutto.
2 – Posto che quindi, visti i precedenti, a Renzi si può legittimamente non credere, Salvatore Rossi, direttore generale di Bankitalia, ha spiegato che nell’occasione l’UE ha fornito tre possibilità all’Italia per risolvere la questione:
a) la liquidazione delle banche
b) la soluzione poi adottata
c) la soluzione del Fondo, e qui Rossi spiega che mentre è stata fornita la soluzione è stata anche implicitamente vietata perché si avvertiva che in caso l’UE avrebbe aperto una procedura di infrazione per aiuti di Stato nei confronti dell’Italia. Dall’intervista emerge chiaramente che la soluzione del Fondo era stata proposta proprio da Bankitalia al governo, che l’aveva fatta sua nei giorni precedenti all’approvazione del decreto. E qui veniamo al punto numero 3.
3 – Nei giorni precedenti all’approvazione del decreto, e come è stato documentato in questa replica, tutti i giornali italiani (compresi Il Fatto e Il Sole 24 Ore) hanno prima detto che l’Italia si avviava a utilizzare il FITD per salvare le quattro banche, e poi che lo strumento era stato bocciato dall’UE. Le motivazioni fornite dalla stampa italiana sono a questo proposito illuminanti: contengono infatti le obiezioni del ministro Padoan (ovvero, che quelli del Fondo sono soldi privati: la stessa obiezione fatta da Villarosa, la stessa obiezione che verrebbe in mente a chiunque e sulla quale concordiamo anche noi) e la risposta all’obiezione: visto che il fondo è di natura pubblicistica, sarebbe comunque un aiuto di Stato (secondo la Commissione: io non sono d’accordo). I giornali hanno scritto prima che scoppiasse il caso delle obbligazioni subordinate e prima anche che scoppiasse questa polemica, in un momento in cui della storia ci occupavamo in pochi.
Queste quindi non sono “fantasiose ricostruzioni giornalistiche” (come dice Villarosa), visto che ci sono le parole del presidente del Consiglio Matteo Renzi, quelle, esplicite come raramente è successo, del direttore generale di Bankitalia e quelle di tutti i giornali italiani. Immaginare che tutti si siano messi d’accordo per fregare i cittadini italiani dando la colpa all’Europa pare – questa sì – un’ipotesi fantasiosa. A parte la polemica personale tra Villarosa e me, è evidente che nell’occasione – e non è la prima volta… – è stata l’Europa a non permettere quello che sarebbe stato giusto visto che ci sono precedenti come Tercas. Questo ovviamente non copre le responsabilità di governo e Bankitalia nella vicenda, qui tante volte elencate. Ma ci permette di fare una diagnosi corretta dell’accaduto. E senza diagnosi non ci sono le cure.