Economia

La proposta di Romano Prodi su banche e famiglie in difficoltà

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-07-10

L’ex premier: “troppi italiani di modeste possibilità economiche non siano in grado di affrontare un canone di affitto a prezzo di mercato”. Le banche d’altro canto hanno “sofferenze relative alle famiglie” che “ammontano a circa 34 miliardi, di cui 20,2 assistite da garanzia reale. Si tratta nella quasi totalità di sofferenze derivanti da mutui legati all’acquisto di abitazioni”. La sua soluzione

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Le famiglie valuterebbero “positivamente la possibilità di cedere il loro immobile in cambio dell’immediata estinzione del debito e di un contratto d’affitto di lungo periodo ad un canone” molto modesto. Si potrebbe così “proporre la creazione di un fondo di proprietà pubblica o mista che compri dalle banche questi crediti ad un valore medio di 40.000 euro, riversando alle banche una somma di 10 miliardi di euro per liberarle dai crediti incagliati, invece dei 5 miliardi che riceverebbero dalle società specializzate in questi acquisti”. È la proposta che Romano Prodi illustra oggi in un editoriale sul Messaggero partendo dall’elaborazione di dati Nomisma.

La proposta di Romano Prodi sulle banche

L’ex premier sottolinea che “troppi italiani di modeste possibilità economiche non siano in grado di affrontare un canone di affitto a prezzo di mercato”. Le banche d’altro canto hanno “sofferenze relative alle famiglie” che “ammontano a circa 34 miliardi, di cui 20,2 assistite da garanzia reale. Si tratta nella quasi totalità di sofferenze derivanti da mutui legati all’acquisto di abitazioni”. “Si può calcolare che circa 250.000 famiglie si trovano a rischio di vedere la propria abitazione pignorata da parte della banca creditrice o da una delle società specializzate nell’acquisto dei crediti in sofferenza. Tutti coloro che non sono in grado di fare fronte al debito residuo avrebbero perciò la propria casa venduta all’asta”. “Penso tuttavia che la quasi totalità di queste pur modeste famiglie, anche se non sono in grado di pagare i residui dei mutui, possano tuttavia sostenere il peso di un canone d’affitto intorno ai 2.000 euro all’anno (all’anno e non al mese). Queste famiglie, nella loro quasi totalità, sarebbero perciò in grado di pagare questo modesto affitto per la casa in cui abitano, mentre le stesse famiglie non sarebbero invece in grado di affrontare il pagamento della quota capitale di tale immobile”. Ecco perché la creazione di un fondo che acquisisca la proprietà degli immobili eviterebbe “le procedure di pignoramento” e offrirebbe “alle famiglie un contratto d’affitto di lungo termine ad un canone molto basso e con l’eventuale possibilità di riscatto nel caso che la situazione migliori”. “Credo che un’operazione di questo tipo, certamente in linea con le regole europee e altrettanto certamente con influenza positiva sui bilanci pubblici, possa costituire non solo un sollievo per le banche ma un sollievo per alcune centinaia di migliaia di persone che, pur vivendo in modeste condizioni, avrebbero la possibilità di avere un tetto sicuro sotto il quale abitare”.

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