Opinioni
La mozione anti-gender del Comune di Limena
Giovanni Drogo 18/09/2015
Ovvero come imparai a non preoccuparmi e ad amare il mio prossimo come me stesso
Il Comune di Limena, nel padovano, ha approvato mercoledì sera una mozione anti-gender per difendere la famiglia naturale. La mozione “La tutela della famiglia naturale” era stata presentata da Nicoletta Magro, Presidente del Consiglio Comunale. A dare notizia dell’approvazione della mozione è stato il deputato del Partito Democratico Alessandro Zan.
Ieri sera il Comune di Limena ha approvato una mozione anti-#gender e pro famiglia naturale: un atto intriso di falsità…
Posted by Alessandro Zan on Thursday, 17 September 2015
FINALMENTE UNA RISPOSTA AL GENDER
Palpabile la soddisfazione dei difensori della famiglia naturale, ora un altro foglio di carta inutile si andrà ad aggiungere ai cartelli luminosi fatti accedere da alcuni sindaci del bresciano. Il Comune di Limena però è seriamente impegnato contro il gender, come si può vedere qui ha attivato da tempo lo sportello per la raccolta firme per il referendum abrogativo della Buona Scuola. A Limena, che è un comune all’avanguardia contro l’omosessualismo dilagante, ci sono interessanti discussioni sul tema “Padre è maschio e madre e femmina“. Ecco i festeggiamenti di un cittadino, prontamente condivisi dalla Presidente del Consiglio Comunale, tra un’immagine di gattini e un post della Meloni.
VIVA LA FAMIGLIA NATURALE
Ma cosa prevede la mozione approvata a Limena? Sostanzialmente è simile a quella approvata dalla Regione Veneto qualche tempo fa. Come riporta Padova Oggi la Consigliere Federica Bonin spiega che:
La Mozione ha come oggetto ‘La tutela della Famiglia naturale’ formata da un uomo e una donna, riconosciuta dalla nostra Legge Costituzionale e da organismi internazionali come le Nazioni Unite, che rappresenta il nucleo naturale e fondamentale della Società e l’Istituzione naturale aperta alla trasmissione alla vita un’Istituzione troppo spesso messa in discussione con il pretesto di combattere forme di omofobia, razzismo, discriminazione o prevaricazione. E’ legittimo e condivisibile che nelle scuole si insegni a non discriminare i gay o altre minoranze, ma questo non deve necessariamente comportare l’imposizione di un modello di società che prevede l’eliminazione delle naturali differenze tra i sessi.
Che le naturali differenze tra i sessi siano quelle che fanno sì che una donna venga pagata meno di un uomo? Oppure quelle che dicono che la donna cucina (ma difficilmente diventa uno Chef) e l’uomo lava i piatti (dopo la fine della partita)? Ecco i crimini commessi dal gender nelle scuole dello Stato della Chiesa:
Il commento del Sindaco Giuseppe Costa è esilarante:
La mozione non mira in nessun modo ad impedire l’introduzione di una legislazione più attenta alle esigenze delle coppie di fatto omosessuali e nemmeno a contrastare la libera scelta dell’orientamento sessuale degli individui ciò però non può e non deve costituire un modello paragonabile alla Famiglia naturale. In particolare, la Famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna rappresenta l’istituzione naturale aperta alla trasmissione della vita e l’unico adeguato ambito sociale in cui possono essere accolti i minori in difficoltà, anche attraverso, in casi estremi, gli istituti dell’affidamento e dell’adozione
Ed in effetti in base al principio che una mozione non può impedire una legislazione nazionale la mozione di Limena non può nemmeno impedire l’eventuale introduzione del gender nelle scuole. Perché non ha alcun effetto sulla riforma della Buona Scuola. Ma in fondo a Limena l’Assessore all’istruzione è uno che clicca su quei link che promettono di farti vedere un video porno e che in realtà sono virus.
Cosa farà il Comune di Limena per difendere la famiglia naturale? Darà più soldi alle famiglie naturali? Sconti per gli asili alle famiglie naturali? Buoni pasto e pannolini? Niente di tutto questo, si propone di organizzare “serate informative”. Insomma come ai pallosissimi cineforum delle superiori dove andavate perché ci andava quella tanto carina, “seguirà dibattito”.