Opinioni
La messa interrotta per i saluti al Duce
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-10-11
Un gruppo di una ventina di ‘camerati’ ha interrotto la messa nella parrocchia di Casella sulle alture di Genova. Due di loro in particolare, marito e moglie, hanno preso posto accanto all’altare e con il braccio alzato hanno gridato tre volte “a noi viva il duce”. Sotto gli occhi sbigottiti dei fedeli e del parroco […]
Un gruppo di una ventina di ‘camerati’ ha interrotto la messa nella parrocchia di Casella sulle alture di Genova. Due di loro in particolare, marito e moglie, hanno preso posto accanto all’altare e con il braccio alzato hanno gridato tre volte “a noi viva il duce”. Sotto gli occhi sbigottiti dei fedeli e del parroco don Stefano. L’azione, hanno spiegato al Secolo XIX gli stessi autori della piazzata, aderenti all’organizzazione di estrema destra Fiamma nazionale-Rsi, è scattata perché il parroco li aveva sgridati per avere appeso una bandiera con la Fiamma ad una finestra di una stanza della parrocchia che aveva concesso loro per una festa.
Bandiera che è stata vista dai fedeli che sabato sera, mentre era in corso la festa, entravano in chiesa per la messa. Racconta Claudia Ferrando, aderente al movimento di estrema destra: “Quando sono entrata in chiesa per seguire anche io la messa, il parroco mi ha aggredita davanti a tutti, mi ha umiliata”. “Le ho detto con tono forte e deciso di togliere subito quel simbolo” ha affermato don Stefano che, spiega, aveva concesso la stanza “perché credevo si trattasse della festa di un bambina, non per un camerata”. “Forse ci siamo lasciati troppo andare, noi volevamo solo festeggiare il compleanno di un camerata dice il marito della donna”, Emilio Hromin. Il sindaco di Casella è pronto a “qualsiasi iniziativa legale per punire gli autori di un atto tanto basso e inqualificabile”.