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«La Lombardia è pronta»: lo spot “emozionale” della Regione alla faccia dei 14mila morti di coronavirus

Alessandro D'Amato 04/05/2020

Il consigliere regionale della Lega Paolo Grimoldi ha pubblicato su Facebook un video emozionale della Regione che dice che la Lombardia che “è pronta a ripartire”. I numeri del Coronavirus nella regione e a Milano suggerirebbero maggiore prudenza, diciamo

Il consigliere regionale della Lega Paolo Grimoldi ha pubblicato su Facebook un video emozionale della Regione che dice che la Lombardia che “è pronta a ripartire”: «Ci ha colpito una tempesta improvvisa, per questo ci siamo fermati e abbiamo cambiato le nostre abitudini. Ha prevalso la responsabilità e il senso del dovere, abbiamo combattuto e non ci siamo arresi. Adesso è il tempo di ripartire, di tornare a lavorare per il futuro, ricordando ciò che abbiamo imparato. C’è tanto da fare e lo faremo insieme. La Lombardia è pronta», dice una voce fuori campo in quello che sembra uno spot di Publitalia anni Ottanta e, contemporaneamente, “un’idea di Stefano Accorsi” (cit.).

Lo spot della Lombardia «pronta a ripartire»

Attualmente la Lombardia registra 77mila casi confermati di Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19, più di un terzo del totale dell’Italia intera. Piange 14mila morti, la metà del totale dei morti per l’epidemia in Italia.

coronavirus lombardia

Questo è l’andamento dei casi nel tempo:

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Il Dataroom di Milena Gabanelli oggi sul Corriere della Sera spiega gli scenari su cui sta ragionando la task force regionale della Lombardia per monitorare l’evoluzione dell’epidemia e decidere come procedere con le graduali riaperture o, nella peggiore delle ipotesi, ribloccare tutto.

Il punto di partenza sono i circa 20 mila casi positivi di oggi. Nei report riservati allo studio delle autorità sanitarie ci sono le previsioni che dicono se e quando dovrà scattare l’alert. Il periodo preso in considerazione è fino al 30 giugno. Considerati i 14 giorni di incubazione del virus, le prossime due date cruciali sono il 18 maggio e il primo giugno. Scenario uno, quello ideale: l’evoluzione prosegue come nell’ultimo periodo di lockdown, e quindi nelle prossime due settimane avremo una media di 166 nuovi contagi al giorno, per scendere intorno ai 76 al primo giugno. Scenario due: la situazione rimane stabile con una media di 28o casi in più al giorno, ed è considerata sotto controllo. Scenario tre: la media dei contagi giornalieri comincia salire fino a superare i 359. In questo caso scatterebbe l’alert: vuol dire che al 18 maggio avremo oltre cinquemila positivi in più rispetto ad oggi, che diventerebbero oltre dodicimila al primo giugno, con il sistema sanitario che entra in sofferenza.

Gli scenari quattro e cinque vanno da quello considerato rischioso (457 casi), a quello classificato come catastrofico: 578 nuovi casi al giorno in due settimane. Il conto su cui si basano le previsioni è un calcolo matematico: numero dei casi positivi di oggi diviso per la media della settimana precedente. E il cosiddetto «indice di contagio», che attualmente è di o,8. Se il rapporto va all’e vuol dire che a fine giugno avremmo oltre 16.000 casi in più. All’1,1 oltre 37 mila, che diventano 94 mila all’1,2, mentre all’1,3 si superano i 245 mila in più. Si ritorna cioè al punto di partenza. Una catastrofe per la tenuta delle strutture sanitarie. La tenuta degli ospedali Il sistema ospedaliero su Milano si presenta all’appuntamento con la Fase 2, con 425 posti di Terapia intensiva Covid-19 occupati su 551 disponibili (fra ospedali pubblici e privati accreditati). Liberi, insomma, ce ne sono 126, ma le dimissioni continuano di ora in ora. Nell’ultimo mese è finito in rianimazione il 10% dei ricoverati, vuol dire che oggi, verosimilmente, il sistema è in grado di reggere fino a 1.200 nuovi ricoverati.

milano indice di contagio

Milano, l’indice di contagio e le previsioni (Corriere della Sera, 4 maggio 2020)

Per questo, un possibile ritorno al lockdown su Milano è strettamente collegato al numero di contagiati che necessita di un ricovero, che è in media il 20% dei positivi. Insomma, proprio i numeri adatti per parlare di “pronti a ripartire”. Ma d’altro canto Grimoldi è il consigliere che ha annunciato che il consiglio regionale ha intenzione di chiedere 20 miliardi di euro di danni alla Cina perché il Coronavirus è arrivato a Codogno e Alzano. Non è strano che se ne esca con video così.

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