La lettera degli animalisti a Beppe Grillo (contro Chiara Appendino)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-01-29

Noi, i ragazzi dello zoo di Torino: Enpa, Lac, Lav, Leal e Sos Gaia vogliono fermare Parco Michelotti. I grillini in campagna elettorale promisero di bloccarlo. Poi si sono accorti che non potevano. Oggi gli animalisti scrivono a Beppe chiedendo il rispetto del programma

article-post

Una lettera a Beppe Grillo, garante del Movimento 5 Stelle, per denunciare il “tradimento delle promesse elettorali”. È quella che hanno scritto al leader pentastellato alcune associazioni animaliste di Torino contrarie alla realizzazione sulle sponde del fiume Po di un nuovo zoo. “L’amministrazione cittadina a guida M5S ha ereditati questa scelta – si legge nella missiva – dall’amministrazione precedente, ma si è perfettamente allineata ad esso, in contrasto con il programma elettorale presentato a giugno”. Enpa, Lac, Lav, Leal e Sos Gaia sono contrarie alla realizzazione a Parco Michelotti, non lontano dalla centrale piazza Vittorio, di uno zoo con ‘children farm’, con animali delle fattorie di tutto il mondo, e una biosfera per riprodurre l’ecosistema del Rio delle Amazzoni.

Parco Michelotti: noi, i ragazzi dello zoo di Torino

“Le promesse del M5S vengono sacrificate per il timore di sostenere ipotetiche richieste di danni in caso di sospensione”, dicono le associazioni, ricordando di avere contribuito alla vittoria del M5S. E chiedono l’intervento di Beppe Grillo “per ottenere il rispetto degli impegni elettorali, la difesa degli spazi pubblici e la tutela degli animali”. La vicenda di Parco Michelotti era finita anche nell’assemblea pubblica in cui la giunta di Torino era stata processata dalle tante associazioni della città a causa della scarsa aderenza della realtà alle promesse elettorali della sindaca. «Il provvedimento è inoppugnabile e se lo bloccassimo – spiegò qualche tempo fa l’assessore all’Ambiente Stefania Giannuzzi – i costi sarebbero enormi». In effetti, se il consiglio comunale fermasse la macchina burocratica – il bando ormai è concluso – innescherebbe l’intervento immediato della Corte dei Conti, con il rischio concreto di una pesante sanzione da diversi milioni di euro. I no zoo hanno anche presentato un ricorso al TAR del Piemonte per fermare il bioparco. Quando l’inceneritore di Parma venne messo in funzione, Beppe fece pressioni sul sindaco di Parma Pizzarotti all’epoca ancora nei 5 stelle. Ma quello era Pizzarotti, non la Appendino.

Leggi sull’argomento: Il processo dei comitati a Chiara Appendino

Potrebbe interessarti anche