La legge del PD sulle adozioni? Primo esame a luglio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-03-01

Doveva servire a garantire la stepchild adoption dopo il flop della Cirinnà. Ma in aula non ci sono i numeri. Esattamente come per la Cirinnà

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Subito dopo la notizia dell’approvazione della legge sulle unioni civili con stralcio della Stepchild Adoption Monica Cirinnà e altri senatori del Partito Democratico hanno cominciato a spingere per l’inserimento del provvedimento nella legge sulle adozioni attualmente in discussione al Senato. La promessa del PD è stata che la stepchild adoption avrebbe visto la luce nel provvedimento più generale sulle adozioni in discussione a Palazzo Madama. Senza però spiegare perché chi non ha trovato i voti necessari sulla SA nel DDL Cirinnà avrebbe dovuto per magia trovarli in questa seconda legge. Oggi Goffredo De Marchis su Repubblica ci spiega che il percorso della legge non è certo così veloce come immaginava la propaganda PD in questi giorni. Tanto per cominciare:

Il provvedimento porterà la firma del capogruppo alla Camera Ettore Rosato. Come dire: prima tutte le anime dem dovranno essere d’accordo, a nessuno sarà consentito fare battaglie personali come è avvenuto con la Cirinnà. Per scriverlo, però, i tempi saranno più lunghi degli annunci immediatamente succesivi al voto di fiducia sulle unioni civili. Settimane e non giorni per avere il testo scritto, qualche mese per portarlo nella commissione Giustizia, arrivo in aula del disegno di legge solo dopo la celebrazione del referendum costituzionale, ad ottobre. Sui tempi lunghi rispetto al previsto pesa naturalmente il dibattito (quello civile s’intende) scaturito dalla nascita del figlio di Nichi Vendola e del compagno Ed Testa. E pesa anche il no secco di Ncd ad altre iniziative sui minori.

stepchild adoption 4 voti
I conti del voto sulla Stepchild Adoption (Corriere della Sera, 21 febbraio 2016)

Ma a giudicare dal lavoro avviato dal Pd, il partito di Renzi non vuole apparire rassegnato a tattiche dilatorie:

Comincia oggi a Montecitorio, per esempio, la prima fase di un’indagine conoscitiva sulle adozioni. Il capogruppo in commissione Giustizia Walter Verini ha chiesto alla presidente Donatella Ferranti di convocare magistrati, avvocati, esperti del diritto di famiglia e del diritto minorile, associazioni che si occupano della materia. Permesso accordato. I gruppi parlamentari sono ora chiamati a fare dei nomi all’interno dello schema illustrato da Verini. Dopo di che la lista verrà scremata e la commissione avrà un mese di tempo per sentire i pareri. Verosimilmente le audizioni partono la prossima settimana.
Ma la dilatazione dei tempi è un dato di fatto, anche se il Pd spenderà il nome del suo capogruppo come primo firmatario la legge non seguirà una corsia preferenziale e rischia il binario morto. «Non andrà così — dice Verini — perché la forza del Partito democratico, di un partito unito trascinerà gli altri». Ma Rosato predica molta cautela. Le unioni civili sbarcheranno a Montecitorio a metà aprile e certamente un testo sulle adozioni non sarà pronto prima di quella data. «Nel cassetto non c’è ancora nulla, ma le idee sono abbastanza chiare», spiega il capoguppo. Questo significa che il Pd giungerà sicuramente a una sintesi e a un testo definito.

Ma è il percorso parlamentare ad apparire tormentato:

È vero che alla Camera i numeri sono molto diversi dal Senato. I dem partono dalla base gigantesca di 312 voti, appena quattro sotto la maggioranza assoluta. Ma l’autosufficienza manca anche a Montecitorio. E l’esito delle unioni civili a Palazzo Madama non sembra incoraggiante per la riapertura di un capitolo tanto delicato nella sfera dei diritti. Molto dipende da cosa ci sarà scritto nella legge, dalle garanzie per i minori e dalle nuove opportunità che si offriranno a bambini che non hanno una famiglia, non hanno affetti. Anche perché la legge non è dedicata solo agli omosessuali, anzi dovrà essere un modo per velocizzare le pratiche per tutti, a cominciare dalle coppie eterosessuali.

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