La Francia non si arrende al Vaticano sull'ambasciatore gay

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-10-11

La Santa Sede rifiuta la nomina di Laurent Stefanini alla Francia. E Parigi lascia la sede vacante

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Mentre qui in Italia si permette l’ingerenza su leggi, sindaci e sesso, la Francia non nominerà un altro ambasciatore dopo il rifiuto della Santa Sede di accettare Laurent Stefanini, attuale capo del protocollo dell’Eliseo e omosessuale dichiarato. Laurent Stefanini era stato scelto da Hollande per sostituire Bruno Jouber come rappresentante di Parigi in Vaticano. Stefanini è stato primo consigliere dell’ambasciata presso la Santa Sede dal 2001 al 2005, ma questo evidentemente non è bastato per ricevere il gradimento del Papa, che alla fine glielo ha negato.

La Francia non si arrende al Vaticano sull’ambasciatore gay

Sembrano proprio lontani quindi i tempi in cui Papa Francesco diceva: “Chi sono io per giudicare un gay?”. Spiega oggi il Corriere della Sera:

Laurent Stefanini, attuale capo del protocollo dell’Eliseo, non sarà ambasciatore di Francia presso la Santa Sede. Il braccio di ferro diplomatico che dura dal 5 gennaio scorso, giorno della sua designazione da parte di Parigi, «è finito», secondo il quotidiano Libération, o meglio nessuno si aspetta più che venga trovato un accordo: il Vaticano continuerà a non accettare le credenziali di Stefanini, omosessuale, e l’Eliseo non indicherà altri candidati. Di nuovo, rispetto ai mesi scorsi, c’è il mutuo e tacito riconoscimento che nulla cambierà finché Hollande è all’Eliseo. La sede di Villa Bonaparte dovrebbe restare vacante fino al 2017, quando scadrà l’attuale numero 2, l’incaricato d’affari François-Xavier Tillette, e quando si concluderà il primo mandato (ma un secondo non è del tutto escluso) di François Hollande.
Il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve sarà a Roma il 18 ottobre in occasione della canonizzazione dei genitori di Santa Teresa di Lisieux, ma non ci si aspettano maggiori passi in avanti rispetto alla visita dello stesso Cazeneuve in Vaticano il 17 maggio scorso, per la canonizzazione di Jeanne-Emilie de Villeneuve. Ognuno resta sulle sue posizioni. E pur di non fare marcia indietro indicando un altro nome, la Francia accetta di condurre le relazioni con la Santa Sede a un livello inferiore. Il paradosso è che la nomina del responsabile del protocollo presidenziale Stefanini — «l’uomo migliore che sia possibile immaginare come ambasciatore francese in Vaticano», ha sempre detto l’Eliseo — salta proprio per motivi protocollari più che sostanziali. Il problema non sarebbe tanto, o non solo, la sua omosessualità, quanto il modo con il quale la sua designazione è stata pubblicizzata.

È bello sapere che ci sono anche paesi normali, no?

Leggi sull’argomento: Chi sono io per giudicare un ambasciatore gay?

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