La Ferrero e l'allarme sulla Nutella cancerogena

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-01-12

Non c’è nessuna prova che la Nutella sia cancerogena ma esiste il rischio che alcuni contaminanti alimentari frutto della lavorazione dell’olio di palma (e altri oli vegetali) lo siano. In attesa che la UE stabilisca delle regole Ferrero fa sapere di utilizzare un processo di raffinazione dell’olio di palma per minimizzare la presenza dei contaminanti genotossici e cancerogeni

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Continuano ad addensarsi le polemiche sull’uso di olio di palma da parte di Ferrero per la produzione della Nutella. A maggio dello scorso anno la Coop ha deciso di ritirare dagli scaffali tutti i prodotti contenenti olio di palma (tra cui appunto la Nutella). La Ferrero ha replicato dopo qualche tempo con uno spot e un convegno per spiegare le ragioni della sua scelta e soprattutto rassicurare i consumatori sugli eventuali rischi connessi per la salute.

La Nutella. l’olio di palma e i contaminanti alimentari cancerogeni 

A maggio infatti è uscito il rapporto dell’EFSA – l’Autorità per la sicurezza alimentare europea- frutto di uno studio sui contaminanti alimentari e sui pericoli derivanti dall’assunzione di prodotti che contengono olio di palma e altri grassi di origine vegetale. Il principale contaminante alimentare (CONTAM) sul banco degli imputati è il glicidolo, composto precursore del glicidil esteri degli acidi grassi (GE) uno dei contaminati che si formano durante il processo di raffinazione ad alte temperature (intorno ai 200°) degli oli vegetali. Una delle conclusioni dello studio dell’EFSA è che ci sono evidenze sufficienti che il glicidolo sia genotossico. I dati sul glicidolo sono stati raccolti in seguito a test su animali da laboratorio e non ci sono dati sufficienti per quanto riguarda l’uomo, mentre per quanto riguarda gli esteri degli acidi grassi non ci sono studi a riguardo. I ricercatori notano però che per quanto riguarda il GE i produttori nel corso degli ultimi cinque anni hanno messo in atto volontariamente misure atte a dimezzarne la presenza negli alimenti in questo modo contribuendo ad una diminuzione dell’esposizione per i consumatori.  Allo studio dell’EFSA sono seguite numerose accuse nei confronti della pericolosità per la salute (e per l’ambiente, ma questa è un’altra storia) della crema spalmabile. La casa produttrice della Nutella ha risposto con un convegno, organizzato a fine ottobre dove si è ovviamente difesa la scelta dell’azienda che ha spiegato di utilizzare olio di palma mitigato e super mitigato che ha una presenza minore di contaminanti alimentari rispetto all’olio di palma, e si è parlato del fatto che l’olio di palma è un prodotto sicuro, e che gli allarmismi sulla salute (chiaramente rispetto ad un consumo moderato dei prodotti che lo contengono) dei consumatori sono in gran parte ingiustificati. Ad esempio Elena Fattore, ricercatrice dell’Istituto Mario Negri di Milano ha spiegato che a oggi «non è stata confermata l’associazione, e quindi neanche una correlazione, tra l’assunzione di acidi grassi saturi e un maggior rischio di malattie cardiovascolari. La campagna denigratoria sull’olio di palma, basata sul fatto che quest’olio contiene una percentuale maggiore di acidi grassi saturi rispetto ad altri oli vegetali, non ha alcun riscontro nell’evidenza scientifica» ma non è stato toccato il problema della presunta cancerogenità della Nutella (che di fatto è tutta da dimostrare). Dal momento però che l’EFSA non ha potere normativo spetta agli organi legislativi dell’Unione Europea, in base alle evidenze scientifiche presentate da EFSA, stabilire come tutelare la salute dei consumatori. La questione passa alla politica e per questo motivo a inizio gennaio un gruppo bipartisan di 60 eurodeputati (tra cui diversi deputati italiani sia del PD che del M5S) ha presentato un’interrogazione che ha come oggetto i rischi per la salute connessi al consumo di oli vegetali, in particolare di oli di palma:

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha recentemente concluso che vi sono prove sufficienti che i glicidil esteri degli acidi grassi – contaminanti che si formano durante la lavorazione di oli vegetali raffinati – sono genotossici e cancerogeni.
I più alti livelli di glicidil esteri degli acidi grassi sono stati trovati negli oli di palma e nei grassi di palma.
Secondo l’EFSA, attraverso le formule per lattanti, i bambini sono esposti a un livello fino a dieci volte superiore ai livelli accettabili.
Nonostante i livelli di glicidil esteri degli acidi grassi negli oli e nei grassi di palma si siano dimezzati negli ultimi sei anni, l’olio di palma rimane il maggiore fattore di rischio per la maggior parte delle persone. Presente in snack, biscotti, grissini, cracker e decine di altri alimenti e cibi per bambini, l’olio di palma è un potenziale rischio sanitario, soprattutto per i bambini e i giovani, nonché per tutte le persone che consumano alimenti ricchi di grassi di palma acidi.
Considerando quanto sopra, può la Commissione precisare:
– come intende gestire i potenziali rischi per i consumatori derivanti dall’esposizione a queste sostanze negli alimenti, e
– se intende adottare misure di regolamentazione per limitare la presenza di composti pericolosi negli oli di palma, al fine di proteggere la salute umana?

nutella cancerogena olio di palma
 

La risposta di Ferrero alle accuse alla Nutella

Fermo restando che l’EFSA non ha scritto da nessuna parte che la Nutella sia cancerogena e che non ci sono studi scientifici che collegano un particolare prodotto alimentare (la Nutella non è l’unico prodotto che fa uso di olio di palma) al rischio di ammalarsi di cancro la Ferrero si è sentita in dovere di replicare nuovamente alle accuse che questa volte sembrano arrivare soprattutto dall’estero. All’agenzia Reuters il manager di Ferrero Vincenzo Tapella ha spiegato che “fare la Nutella senza l’olio di palma avrebbe come risultato in prodotto di qualità inferiore rispetto a quello reale“. Bisogna ammettere che come argomentazione iniziale per rassicurare i consumatori non è una grandissima scelta. Pensate cosa succederebbe se un’azienda produttrice di sigarette, per le quali è scientificamente provato che sono cancerogene, dicesse che se togliesse tutte quelle sostanze tossiche le sigarette avrebbero un sapore diverso e peggiore (in realtà in passato è stato detto, non è stato un granché utile sul lungo periodo). Anche il fatto che Ferrero sul suo sito ponga l’accento sul fatto che l’olio di palma viene utilizzato per scopi alimentari “da più di 10.000 anni “non è esattamente quello che un consumatore preoccupato vuole sentirsi dire. Ferrero ha però anche detto a Reuters  che il processo industriale di raffinazione dell’olio di palma utilizzato per la Nutella avviene a meno di 200° e in situazioni di pressione molto bassa proprio per eliminare il rischio di produzione di contaminanti. Si tratta di un procedimento più costoso di quello ad alte temperature che però, fa sapere Ferrero, consente di ridurre “quasi a zero” le tracce di contaminanti alimentari. In attesa di studi scientifici più approfonditi – magari proprio riguardo alla Nutella “cancerogena” – ai consumatori spetta la scelta se fidarsi dell’azienda oppure degli allarmi sulla pericolosità del prodotto. Allarmi a proposito dei quali ad oggi non ci sono sufficienti evidenze scientifiche.
 
Foto copertina credits Monsieur Paradis via Flickr.com
 
 
 

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