La bufala del Giornale sulle profughe che si prostituiscono a Padova

di dipocheparole

Pubblicato il 2015-08-28

Sallusto smentisce Sallusti. Il Giornale ha aperto stamattina con questa notizia che viene da Padova (e che era stata pubblicata originariamente dal Mattino): «La prefettura di Padova gestiva un bordello e lo finanziava pure. Naturalmente senza immaginare che i buoni di due euro e mezzo al giorno distribuiti ai profughi potessero trasformare alcune ospiti donna …

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Sallusto smentisce Sallusti. Il Giornale ha aperto stamattina con questa notizia che viene da Padova (e che era stata pubblicata originariamente dal Mattino): «La prefettura di Padova gestiva un bordello e lo finanziava pure. Naturalmente senza immaginare che i buoni di due euro e mezzo al giorno distribuiti ai profughi potessero trasformare alcune ospiti donna del centro di accoglienza in prostitute e diversi maschi provenienti dalle più devastate parti del pianeta in clienti»:

Succede che nella tendopoli del centro di accoglienza allestito all’ex caserma Prandina, sei nigeriane capiscono che il mestiere più antico del mondo potrebbe garantire degli introiti extra, preziosi per tirare avanti e, magari, per facilitare il viaggio verso la meta del nord Europa più ambita. La promiscuità dei 320 profughi ammassati in questa struttura alimenta il desiderio e scatena l’iniziativa imprenditoriale. Tutti sanno, uomini e donne, che se vengono scoperti nel mercimonio del corpo, finisce male. Per questo aspettano che gli operatori della cooperativa distribuiscano i buoni spesa, approfittano del momento di scarsa vigilanza e procedono nella conclusione dell’affare.
Appena due euro e mezzo per avviare l’impresa sembrano un insulto al buon senso ma danno l’idea delle condizioni di vita di queste persone. Tra l’altro pare che anche alcune donne sposate, con il beneplacito del marito, avessero accettato di prostituirsi per il bene, se così si può dire, della famiglia. Pochi spiccioli per dare una chance al futuro dei figli piccoli. E chissà che futuro. Certo, dalle coste siciliane arrivano pullman di migranti a getto continuo, impossibile gestire un esodo di tali dimensioni. Figurarsi se l’impiego dei voucher per la prostituzione poteva essere considerato un problema: a nessun operatore, a nessun funzionario della prefettura poteva passare per l’anticamere del cervello che l’ex Prandina si trasformasse davvero in un bordello low cost.

prostitute immigrati
A smentire completamente la notizia è il Gazzettino, che ha sentito la Questura di Padova.

«Una notizia completamente destituita di qualsiasi fondamento». Questo il commento ufficiale rilasciato ieri mattina da Alessandro Sallusto, vicecapo di gabinetto della Prefettura, in merito alla notizia diffusa ieri secondo la quale alcune nigeriane ospiti della Prandina si sarebbero prostituite.
«Voci del tutto infondate – ha rincarato -. Le donne richiedenti asilo politico sono un numero molto esiguo ed essendo più vulnerabili, sono anche le prime a essere smistate negli appartamenti dei privati preposti all’accoglienza. Quelle che sono rimaste nell’ex caserma dormono in tende separate, lontano dagli uomini e hanno operatori a loro dedicati. Ogni movimento, poi, è registrato dalle telecamere della videosorveglianza che immortalano tutto ciò che avviene nella struttura. Escludo categoricamente che si sia verificato qualcosa del genere»

La curiosità è che il vicecapo di gabinetto si chiama Alessandro Sallusto.

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