Kallon: il calciatore del Genoa arrivato in Italia con un barcone dedica il suo goal a Gino Strada | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-16

L’attaccante del grifone, originario della Sierra Leone, è arrivato in Italia con il barcone. Otto mesi di viaggio per attraversare l’Africa prima di sbarcare a Lampedusa

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Yayah Kallon ha segnato un goal di quelli che non ci si dimentica, il primo da professionista con il Genoa e poi lo ha dedicato a Gino Strada, scomparso in quelle ore a soli 73 anni. A volerlo studiare non sarebbe venuta così bene quella prima volta. Il suo racconto parte da lontanissimo, dalla Sierra Leone e dal viaggio di un 14enne che attraversa tutto il continente per conquistare una nuova vita.

Kallon: il calciatore del Genoa arrivato in Italia con un barcone dedica il suo goal a Gino Strada. Il viaggio

La vittoria di Perugia per l’esterno del grifone è forse il successo più bello della sua nuova vita, quella conquistata dopo tanti anni di sofferenza in povertà e disagio. Ecco allora che subentrano le motivazioni della dedica, non da immaginare ma solo da ascoltare “Dedico il mio gol a Gino Strada – ci ha tenuto a dire a fine partita ricordando la morte del fondatore di Emergency – ha fatto moltissimo per il mio Paese”. Lui la Sierra Leone l’ha lasciata da bambino. In Italia ci ha messo otto mesi ad arrivare, dopo aver attraversato il continente africano passando per la Libia e per i viaggi della speranza con destinazione Lampedusa. Eppure a sentire Kallon, la sua sofferenza ha rappresentato comunque il male minore. “L’alternativa era diventare un bambino soldato”, ha detto nel post partita della Coppa Italia.

Del suo viaggio e del suo passato aveva parlato anche negli scorsi mesi sui canali ufficiali del Genoa “Il viaggio è stato lungo e difficile, all’inizio ero da solo poi lungo il percorso ho incontrato ragazzi di tanti paesi, dalla Costa d’Avorio al Senegal al Mali ed anche se non parlavamo la stessa lingua abbiamo fatto gruppo – aveva raccontato su Genoa Channel -. Il momento peggiore è stato sicuramente il periodo in Libia. Lì non c’erano regole e incontravi ragazzini che giravano armati. Per pagarmi la traversata via mare ho lavorato, dalla pulizia nelle case al muratore e quando sono riuscito a raccogliere i mille dinari che servivano mi hanno rapinato così ho dovuto ricominciare da capo”.

Le parole su Gino Strada poi, restituiscono tutta l’umiltà del calciatore. “Sono consapevole che non potrà essere certo abbastanza per ringraziare un medico che ha fatto moltissimo per il mio Paese, dove ha costruito ospedali importanti, curando centinaia di migliaia di persone, e pure per tutta l’Africa, aiutandoci pure quando è scoppiata l’ultima epidemia di Ebola nel 2012. Sono molto triste per tutto questo”.

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