Lo ius soli di Bologna che darà la cittadinanza onoraria a 11mila bambini nati in Italia da genitori stranieri

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-23

Una mossa definita “simbolica” dallo stesso Matteo Lepore, primo cittadino di Bologna, nella speranza che lo Stato italiano si impegni a rendere tutto normato a livello nazionale. Ovviamente, la Lega ha votato contro (mentre Fratelli d’Italia non ha partecipato)

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Matteo Lepore lo aveva promesso nel corso della campagna elettorale che, lo scorso mese di ottobre, lo avevano portato a vincere le elezioni e diventare sindaco di Bologna: ci sarà uno ius soli per i bambini nati e cresciuti nella città. Una promessa mantenuta nel giro di qualche mese, con la modifica dello Statuto cittadino che permetterà a circa 11mila tra bambini e ragazzi di ottenere la cittadinanza onoraria. Un primo passo, seppur simbolico, per tentare di svegliare la politica italiana da quel sonno eterno in tema di diritti per chi nasce nel nostro Paese, anche se da genitori stranieri. I voti favorevoli sono stati 26, quelli contrari 3 (tutti della Lega), mentre non hanno votato altri 8 consiglieri comunali che sono stati eletti con Fratelli d’Italia, Forza Italia e la lista “Bologna ci piace”. Una maggioranza quasi bulgara per dare un segnale al Paese.

Ius soli Bologna, la promessa mantenuta dal sindaco Matteo Lepore

Il via libera del Consiglio Comunale è arrivato a larghissima maggioranza. La mozione sull’impegno a inserire lo ius soli Bologna all’interno delle modifiche dello Statuto è stato presentato dal consigliere Siid Negash, eletto proprio con la lista civica a sostegno dell’attuale primo cittadino.

“Il Comune di Bologna sarà il primo Comune in Italia ad avere al suo interno il principio dello ius soli. Abbiamo approvato un ordine del giorno in cui, oltre a prevedere a tutte le persone nate a Bologna la cittadinanza ordinaria, si prevede anche che chi non è nato qui ma ha completato un ciclo intero di studi possa ricevere la cittadinanza. È una misura simbolica, ma l’obiettivo è lanciare una campagna che faccia capire al Parlamento la necessità di cambiare le regole sulla cittadinanza”.

È lo stesso Matteo Lepore a parlare di misura simbolica. Perché la cittadinanza onoraria (che andrà a circa 11mila bambini e ragazzi) non è uguale alla cittadinanza italiana. Per quella è necessario l’intervento del Ministero dell’Interno e per ciò che riguarda lo ius soli il Parlamento non ha mai trovato una sintesi per legiferare in quella direzione. Anzi, non c’è mai stato un impegno concreto – se non proclami a parole – per concedere parità di diritti a tutti i bambini nati nel nostro Paese da genitori stranieri. Quindi, anche a Bologna, quegli 11mila giovani saranno cittadini onorari, ma non avranno questa indicazione sui documenti. In attesa che il Parlamento si svegli e apra gli occhi.

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