Irene Pivetti e le Ferrari, cosa c’è nell’indagine della Procura per evasione e auto-riciclaggio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-19

La Procura di Milano indaga su un giro di compravendite che ha coinvolto Irene Pivetti e l’ex pilota di rally Leo Isolani: avrebbero aggirato la legge per sottrarre al fisco italiano i proventi della cessione di tre Ferrari

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Irene Pivetti finisce di nuovo al centro di un’indagine dopo quella che nell’aprile 2020 aveva investito la sua azienda, la Only Logistic, quando la Guardia di Finanza sequestrò mezzo milione di mascherine importate dalla Cina e ritenute di scarsa qualità, cedute poi alla Protezione Civile. Questa volta l’ex presidente della Camera è accusata di evasione e auto-riciclaggio insieme ad altre sei persone, tra cui anche l’ex pilota di rally Leonardo Isolani.

Irene Pivetti e le Ferrari, cosa c’è nell’indagine della Procura per evasione e auto-riciclaggio

Tutto è partito nell’aprile del 2016, quando vennero ufficializzate tre compravendite che coinvolgevano Isolani, la società di Pivetti e il gruppo cinese Daohe, del magnate Xi Jian Zhou. Quest’ultimo voleva appropriarsi del marchio italiano “Isolani Racing Team with Ferrari”, ma secondo la Procura di Milano l’ex pilota marchigiano non aveva intenzione di vendergli anche le tre Ferrari di cui disponeva, cosa che invece era tenuto a fare, per sottrarne i profitti all’Agenzia delle Entrate. A quel punto subentra l’aiuto di Pivetti: la Only Italia srl, che fa riferimento all’ex leghista, avrebbe acquistato la scuderia per 1,2 milioni di euro, senza farsi consegnare realmente le Ferrari, per poi rivenderla alla More & More investment, riconducibile all’imprenditore Xi Jian Zhou, per dieci volte il prezzo iniziale. Per gli inquirenti le auto, vendute a Pivetti soltanto sulla carta, sarebbero state portate da Isolani a Tenerife per essere vendute a loro volta.

Il capitale coinvolto in queste transazioni sarebbe passato da Hong Kong, Cina, Macao, Svizzera, San Marino, Malta, Monaco, Gran Bretagna, Polonia e Spagna, per un totale di oltre 7 milioni e mezzo di euro. Somme su cui non sarebbero state pagate le tasse nel nostro Paese: “Somma non sottoposta ad imposizione fiscale in Italia perché non indicata nelle relative dichiarazioni dei redditi”, sostiene il pm, che giustifica così l’accusa di evasione fiscale. Alla donna sono stati sequestrati anche 4 milioni di euro. “Pivetti – scrivono i magistrati nel decreto di sequestro – avrebbe avuto ancora la concreta possibilità di spostare il denaro sui conti correnti accesi all’estero ed intestati alle società del cosiddetto Gruppo Only Italia, oppure su conti di altri prestanome o di cosiddette tesorerie fiduciarie per moltiplicare gli affari illeciti che tale opaco reticolato di società è in grado di realizzare”.

AGGIORNAMENTO 29 NOVEMBRE 2021 – Il gip di Milano Giusy Barbara non ha convalidato il sequestro preventivo di 4 milioni di euro a carico dell’ex presidente della Camera Irene Pivetti e di un suo consulente, indagati per riciclaggio, autoriciclaggio e frode fiscale.

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