Ilaria D’Amico: “Quella volta in cui avevo paura di accendere la telecamera con i tifosi alle mie spalle”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-29

La giornalista ha commentato la molestia subita a Empoli dall’inviata di Toscana TV Greta Beccaglia, ricordando alcuni episodi e timori analoghi

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La gravità di quanto accaduto a Empoli nel pomeriggio di sabato è inaudita. Quel “tifoso” che si sente in diritto di palpare il fondoschiena dell’inviata di Toscana TV, Greta Beccaglia, durante la diretta televisiva è lo specchio dei tempi. Un gesto vile. Una molestia sessuale in diretta televisiva. E ci sono giornaliste, come Ilaria D’Amico, che decidono di sottolineare come queste dinamiche non siano nuove nell’atmosfera che circonda il mondo calcistico.

Ilaria D’Amico e le molestie subite dall’inviata di Toscana TV Greta Beccaglia

La giornalista, che per anni è stato il volto di riferimento del calcio in casa Sky Sport, ha dato – attraverso un breve articolo-testimonianza pubblicato sul quotidiano La Stampa – il proprio parere su quanto accaduto fuori dal “Castellani” di Empoli, ricordando un episodio di 23 anni fa che l’ha vista vittima-protagonista:

“È successo anche a me, Mondiali ‘98, quando mi trovai sugli ChampsÉlysées con la paura di accendere la telecamera per il timore di essere trattata esattamente nello stesso modo. Io provavo panico. Perché i tifosi, anzi, meglio, l’uomo in branco, è uguale a tutte le latitudini: si ritiene autorizzato a fare quello che non si sognerebbe di fare magari in ufficio o a scuola”.

Ma non c’è solo questo. Perché Ilaria D’Amico prosegue nella sua riflessione mostrando alcuni concetti che generalizzano, senza mezze misure, il concetto di uomo (non solo nelle sue vesti di “tifoso”) e di branco.

“Tutto questo può succedere perché lui sa che quel gesto non porta con sé una condanna profonda di chi lo circonda e inoltre gode dell’immunità fornita da tutta la comunità maschile. Dico tutta la comunità maschile perché oggi, e da oggi, non ho più voglia di fare dei distinguo, di dire che ci sono uomini diversi, che sentono come noi donne il senso di quella violenza”.

Ovviamente, però, ci sono delle sfaccettature perché se è vero che quanto accaduto sabato a Empoli sia di una gravità inaudita, è pur vero che creare una bipolarità uomo-donna non è la soluzione, visto che in tanti – anche di sesso maschile .- hanno ritenuto vergognoso quanto accaduto all’inviata di Toscana TV.

Il commento di Giorgia Rossi

Oltre al pensiero di Ilaria D’Amico, sulle pagine del quotidiano La Repubblica troviamo anche un commento di Giorgia Rossi, giornalista di Dazn. La cronista, domenica pomeriggio inviata dallo Stadio Olimpico di Roma per il pre e post partita tra i giallorossi e il Torino, ha detto che lei non avrebbe avuto una reazione “morbida” nei confronti di quel tifoso, ma anche di non esser mai stata oggetto di molestie di quel tipo:

“L’avrei fatto finire non so dove, quell’animale. Reazione fisica, violenta. Un colpo ben assestato, magari col microfono, dove può fare molto male. E mi sono spiegata, credo”.

Ma la sua riflessione va oltre, sottolineando il suo essere conscia di aver scelto di affrontare la sua vita professionale in un ambiente prettamente maschile e maschilista, quello del giornalismo sportivo:

“Ho scelto di vivere in un mondo in cui, inutile negarlo, c’è ancora tanto maschilismo. Ne ero consapevole, sapevo fin dall’inizio che mi sarebbero serviti competenza e artigli. Ho affilato sia l’una che gli altri”.

(Foto IPP / Matteo Rossetti)

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