Il referendum sulle trivelle si svolgerà il 17 aprile 2016

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-02-11

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto per l’indizione del referendum popolare relativo all’abrogazione della previsione che le attivita’ di coltivazione di idrocarburi relative a provvedimenti concessori gia’ rilasciati in zone di mare entro dodici miglia marine hanno durata pari alla vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia …

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Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto per l’indizione del referendum popolare relativo all’abrogazione della previsione che le attivita’ di coltivazione di idrocarburi relative a provvedimenti concessori gia’ rilasciati in zone di mare entro dodici miglia marine hanno durata pari alla vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale. La consultazione si terra’ il 17 aprile 2016. Cosi’ nel comunicato di palazzo Chigi sul consiglio dei ministri di ieri sera. “Il governo ci ripensi: con l’election day tra amministrative e referendum sulle trivelle si risparmierebbero 300 milioni. Una cifra considerevole che si potrebbe usare per molti scopi, dalle scuole agli asili. E da ultimo mi viene in mente che si potrebbe ampliare la platea dei risparmiatori risarciti dalle truffe delle banche”, dice Nicola Fratoianni di Sel-Sinistra Italiana.

mappa trivelle
La mappa delle trivelle in Italia (Corriere della Sera, 11 gennaio 2015)

“Evidentemente al Governo manca il coraggio di far scegliere agli italiani”, dice il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Piero Lacorazza (Pd)- “In questo modo – aggiunge – non solo si rifiuta l’accorpamento con le amministrative, che farebbe risparmiare 300 milioni di euro, ma si finisce per mortificare ogni possibilità di partecipazione consapevole dei cittadini alla consultazione referendaria, che per sua natura ha bisogno di un tempo utile per conoscere e valutare il quesito che viene posto agli italiani. E due mesi, come tutti possono facilmente osservare, non bastano neanche per aprire la discussione. Spiace che il presidente del Consiglio – continua Lacorazza – non abbia voluto cogliere la vera sfida che il quesito referendario, così come per altri versi i conflitti di attribuzione sul piano delle aree e sulla durata delle concessioni, pongono a chi governa: la necessità di attivare un percorso democratico, di coinvolgere le istituzioni di prossimità e i territori nelle decisioni che li riguardano”. Secondo Lacorazza, “non resta che appellarsi nuovamente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per chiedere una ulteriore riflessione sulla scelta proposta dal Governo. Il corpo elettorale venga convocato per la consultazione popolare nel medesimo giorno delle elezioni amministrative, per permettere ai cittadini di essere informati sulla scelta da compiere e quindi di partecipare in maniera consapevole, magari anche risparmiando 300 milioni. Nei prossimi giorni – conclude – valuteremo le scelte da adottare”. “Il governo è rimasto sordo agliappelli di tutte le associazioni ambientaliste e ha tirato dritto per la sua strada. Si votera’ il 17 aprile per il referendum su alcune trivellazioni offshore e non insieme alle amministrative, in un election day che avrebbe tra l’altro fatto risparmiare centinaia di milioni di euro ai cittadini. Un referendum nato gia’ azzoppato nei contenuti e che con questa decisione il governo vuole definitivamente affossare”. È il commento dei parlamentari delle commissioni Ambiente e Attività produttive del M5S. “Ecco il volto fossile del governo- aggiungono-. Il tentativo e’ dimettere i bastoni tra le ruote al referendum, anche se e’ un quesito limitante e che non risolvera’ la questione. Ma noi dobbiamo andare a votare ugualmente e votare sì”.

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