Il lieto fine della storia di Dana: la senzatetto vittima di violenze è stata ritrovata

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-25

Adesso la 30enne tedesca, incinta di sette mesi, è stata affidata alle cure dei medici

article-post

Nei giorni scorsi avevamo raccontato la terribile storia di Dana, la donna tedesca senzatetto arrivata nel quartiere Esquilino di Roma sette mesi fa e vittima di ripetute violenze fisiche e sessuali. La 30enne ha evidenti disturbi mentali e gli abitanti della zona si erano mobilitati per sensibilizzare le istituzioni e i media affinché questa vicenda diventasse di dominio pubblico. L’obiettivo era quello di aiutarla attraverso un supporto medico, soprattutto perché sei mesi fa è rimasta incinta. Flash mob, manifestazioni e raccolta firme che hanno portato i loro frutti: ora è stata ritrovata e affidata alle cure del personale del 118.

Dana è stata ritrovata e affidata alle cure dei medici

Il ruolo della cittadinanza attiva è stato fondamentale per il lieto fine di questa vicenda. Il tam tam incessante, via social ma anche nelle vie del quartiere Esquilino, ha fatto sì che le istituzioni rispondessero presenti e dopo i tentativi falliti nella prima metà del mese d’agosto, martedì mattina Dana è stata ritrovata mentre camminava – in stato confusionale – nei pressi del cimitero del Verano. Lì il personale dell’Asl di via Palestro – il distretto sanitario più vicino alla zona di Stazione Termini -, gli agenti della Polizia locale e i volontari del NAE (Nucleo Assistenza Emarginati) sono riusciti ad avvicinarla e convincerla ad affidarsi alle loro cure. Adesso la 30enne tedesca è ricoverata in ospedale, dove infermieri e personale sanitario si stanno prendendo cura di lei e della bambina che ha in grembo.

La donna sarà seguita non solo a livello medico e ginecologico in attesa del parto, ma anche psicologico. Gli abitanti del quartiere Esquilino, infatti, hanno raccontato di come la salute mentale di Dana sia peggiorata nel corso dei mesi. La sua vita in pieno stato di indigenza, vagando tra quel viadotto Turbigo e le vie attorno alla Stazione Termini, è stata resa ancor più difficile dalle violenze subite nel corso di questi sette mesi. Ora, però, potrò ritrovare la serenità grazie all’aiuto dei medici e degli psicologi, in attesa della nascita della sua bambina. E tutto anche grazie ai cittadini che si sono mobilitati per questa donna in difficoltà. Una goccia d’acqua potabile in un mare di indifferenza.

Potrebbe interessarti anche