Il dito medio di Rocco Casalino a Macron

di dipocheparole

Pubblicato il 2018-06-30

Ieri Il Giornale in un articolo a firma di Laura Cesaretti ha raccontato che Rocco Casalino ha dato di nuovo buona prova della sua professionalità nella chat su Whatsapp che ha aperto con i giornalisti in occasione del Consiglio d’Europa, mostrando (e cancellando subito dopo) l’icona del dito medio a chi gli chiedeva un parere …

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Ieri Il Giornale in un articolo a firma di Laura Cesaretti ha raccontato che Rocco Casalino ha dato di nuovo buona prova della sua professionalità nella chat su Whatsapp che ha aperto con i giornalisti in occasione del Consiglio d’Europa, mostrando (e cancellando subito dopo) l’icona del dito medio a chi gli chiedeva un parere del premier sulla proposta di hotspot avanzati fatta da Emmanuel Macron. Oggi la Cesaretti racconta che il racconto dei fatti nell’articolo sul quotidiano di Sallusti ha portato a una sfuriata di Casalino e al suo abbandono della chat.

rocco casalino

«Comunque ora scopro che anche se sbaglio chat e metto un emoticon e lo cancello dopo 30 secondi diventa una notizia. Lavoro 18 ore al giorno. Ho 73 chat diverse. Se anche sbagliare chat e cancellarlo dopo trenta secondi diventa una notizia io mi arrendo. E’ stato un piacere», ha scritto Casalino prima di abbandonare dimenticando, forse, che per quel lavoro è lautamente pagato con soldi pubblici e in ogni caso nessun medico gli ha ordinato di farlo. E il Giornale racconta anche altri aneddoti curiosi:

Lunedì scorso, nella solita chat, ha messo all’indice un articolo di Repubblica che riportava le dure critiche della Commissione Ue alla sua opera di spin-doctor: «L’Italia deve smetterla di comunicare così», era sbottato Juncker, scoprendo che il documento italiano al pre-vertice sui migranti era stato diffuso alle agenzie prima di essere presentato ai governi Ue.

Uno sgarbo inusuale, in sede europea. Casalino, bacchettato da Juncker, se la è presa però col giornalista che aveva puntualmente riferito la notizia di un incidente senza precedenti. «Se il risultato è questo io smetto di darvi notizie e vi arrangiate coi canali ufficiali», ha minacciato. E giorni fa, a Montecitorio, circondato da un capannello di cronisti, ha preso di mira le agenzie di stampa: abbiamo visto che ci sono troppi finanziamenti dal Fondo della Presidenza del Consiglio, ha detto, dovremo presto metterci mano.

Smentendo persino il sotto segretario con delega all’Editoria, il grillino Vito Crimi, che aveva appena espresso pubblica solidarietà ai giornalisti delle agenzie in crisi: «Quella dichiarazione di Crimi non è piaciuta per nulla al Movimento», ha buttato lì, sornione. Chi vuol capire, capisca. E si adegui.

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