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Il “costo psichico” dei tamponi secondo il ministro Brunetta | VIDEO
neXtQuotidiano 25/09/2021
Brunetta ha cercato di spiegare la ratio del green pass, tentando di dire a tutti i presenti quanto sia importante: ne è uscito un incomprensibile discorso sul costo psichico

Anche quando ha ragione Brunetta riesce ad avere torto. E’ diventato virale il video in cui il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, spiega la logica che si nasconde dietro il green pass ovvero quella del costo psichico che il tampone per tutti.
Il Male
Per Brunetta i tamponi invece si essere degli strumenti di prevenzione, gli servono per RICATTARE i cittadini ed “aumentare il costo della non VACClNAZlONE, aumentando il costo PSICHICO ed economico” pic.twitter.com/XOdI0HcZv6
— Chance ? il Giardiniere (@ChanceGardiner) September 24, 2021
Secondo il Ministro il sottoporsi al tampone giornalmente crea uno stress tale per cui, alla fine, i non vaccinati vorranno vaccinarsi. Una visione un pochino eccessiva, forse. In questo momento le istituzioni dovrebbero compiere lo sforzo di dividere i no-vax dai timorosi, non sottoponendo indistintamente tutti allo stress “psichico” dei tamponi.
Il “costo psichico” dei tamponi secondo il ministro Brunetta
Intanto, dal 15 ottobre grazie al green pass i dipendenti pubblici “torneranno tutti in presenza” : “si partirà organizzativamente dagli addetti agli sportelli e dagli uffici. Entro una, massimo due settimane, a rotazione anche gli altri. Ma dal 15 ottobre la regola per tutti sarà la presenza”. A ribadirlo, in un’intervista a ‘Il Messaggero’, è il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. “L’unico punto sensibile – sottolinea – è la sostenibilità dei trasporti. Stiamo facendo un’analisi di impatto. Ci saranno delle fasce orarie più elastiche per ingressi e uscite”.
Per quanto riguarda il distanziamento negli uffici, spiega Brunetta, “il Cts determinerà le nuove regole. Nell’attesa, dove non è possibile mantenere il distanziamento, sarà possibile una organizzazione a rotazione, per fasce orarie”.
Il lavoro agile, spiega ancora Brunetta, “avrà quattro condizioni, che a breve dettaglieremo in un decreto ministeriale e in apposite linee guida: la regolazione nel contratto, alla quale sta lavorando l’Aran con i sindacati, un’organizzazione del lavoro per obiettivi e monitoraggio dei risultati, una piattaforma tecnologica dedicata e sicura e la verifica della customer satisfaction. Lo smart working sperimentato sinora nella Pa è stato utile nell’emergenza, ma non è stato un vero lavoro agile”. Lo smart working, spiega ancora, “si può fare solo se migliora i servizi e l’efficienza dell’amministrazione”.