Ibuprofene e Coronavirus: la ricerca che lo testa come cura

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-03

I team dell’ospedale di Guys e St Thomas di Londra e del King’s College ritengono che il farmaco, che è un antinfiammatorio e un antidolorifico, potrebbe trattare le difficoltà respiratorie evitando così ai malati di finire in terapia intensiva. Nel trial, chiamato Liberate, la metà dei pazienti riceverà ibuprofene oltre alle normali cure. Il processo utilizzerà una formulazione speciale

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Qualche tempo fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità spiegò che le persone malate di Coronavirus SARS-COV-2 e di COVID-19 non dovevano prendere farmaci come l’ibuprofene perché  importanti funzionari sanitari francesi avevano messo in guardia dall’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans) per Covid-19. Un articolo su ‘The Lancet’ aveva avanzato l’ipotesi che alcuni farmaci, incluso l’ibuprofene, possano rappresentare un rischio per i pazienti con Covid-19 che soffrono anche di ipertensione o diabete. Oggi una ricerca citata dalla BBC  dice invece che si sta testando proprio l’ibuprofene come trattamento.

Ibuprofene e Coronavirus: la ricerca che lo testa come cura

I team dell’ospedale di Guys e St Thomas di Londra e del King’s College ritengono che il farmaco, che è un antinfiammatorio e un antidolorifico, potrebbe trattare le difficoltà respiratorie evitando così ai malati di finire in terapia intensiva. Nel trial, chiamato Liberate, la metà dei pazienti riceverà ibuprofene oltre alle normali cure. Il processo utilizzerà una formulazione speciale invece che le normali compresse che si acquistano in farmacia. Gli studi sugli animali suggeriscono che potrebbe trattare la sindrome da stress respiratorio acuto, una delle complicanze di COVID-19 quando è grave.

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Il ministro della salute francese Oliver Veran aveva affermato nel marzo scorso che l’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei, come l’ibuprofene, avrebbe potuto aggravare l’infezione e consigliava ai pazienti di assumere invece paracetamolo. Una review della Commission on Human Medicines concluse che però il farmaco era sicuro come il paracetamolo, ma consigliava di utilizzare prima quest’ultimo nel trattamento dei sintomi perché aveva meno effetti collaterali.

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