Economia
I giochi di parole di Di Maio sul reddito agli stranieri
neXtQuotidiano 24/09/2018
Il leader del M5S sostiene che andrà solo ai residenti in Italia da dieci anni. Ma così non esclude “gli stranieri”…
Luigi Di Maio rilascia oggi un’intervista a Luca De Carolis sul Fatto in cui torna a propalare la baggianata del Prima gli italiani sul reddito di cittadinanza nonostante leggi e ordinanze che non permettono questa distinzione. La parte interessante dell’intervista sul tema è però l’affermazione finale:
Troveremo risorse facendo deficit. E la manovra farà salire le pensioni minime a 780 euro e darà il reddito di cittadinanza a tutta la platea, esclusi gli stranieri.
Bel favore a Salvini.
Falso. La proposta l’avevamo già cambiata nel 2015: tenendo dentro i migranti ci avrebbe fatto saltare i conti. E poi sarebbe stato un fattore di richiamo per tanti stranieri. Ma il reddito spetterà ai residenti in Italia da dieci anni.
L’affermazione più interessante è l’ultima: se il reddito spetterà a chi risiede in Italia da almeno dieci anni, allora spetterà a chiunque risieda in Italia da almeno dieci anni (e ne possiede i requisiti). Ovvero, anche ai cittadini stranieri residenti in Italia da dieci anni.
Ma Di Maio dice anche qualcosa di interessante sulle critiche arrivate dal M5S riguardo il caso Casalino:
C’è grande ipocrisia. Tutti ci arrabbiamo e capita di dire parolacce in conversazioni private. Ma la gente in queste ore ferma Casalino per strada e gli dice: “Andate avanti”. Hacapito il merito del problema: c’è gente che ci rema contro.
Era una conversazione di lavoro. E l’audio ha disturbato anche alcuni dei vostri parlamentari.
Rocco era arrabbiato, perché sa quello che ci succede. Quanto ai nostri eletti, ho letto alcune interviste (quelle di Luigi Gallo e Elena Fattori, ndr) e dico che anche qui ho visto ipocrisia. Sono stati eletti con un Movimento che ha detto vaffanculo nelle piazze per anni e si scandalizzano?