Opinioni
I dieci indagati per l'aiuto ai foreign fighters
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2015-12-07
Sono almeno una decina le persone indagate dalla Dda di Bari nell’ambito di un’indagine sul terrorismo internazionale che stamani ha portato all’arresto del cittadino iracheno Majid Muhamad, in carcere per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’indagine riguarda il supporto logistico dato dagli indagati a foreign fighter. Dagli atti della Dda emerge che Muhamad ha commesso il reato […]
Sono almeno una decina le persone indagate dalla Dda di Bari nell’ambito di un’indagine sul terrorismo internazionale che stamani ha portato all’arresto del cittadino iracheno Majid Muhamad, in carcere per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’indagine riguarda il supporto logistico dato dagli indagati a foreign fighter. Dagli atti della Dda emerge che Muhamad ha commesso il reato che gli viene contestato per “permettere di far entrare in Europa soggetti in qualche modo legati all’area del fondamentalismo islamico combattente”. “L’attività d’indagine ha accertato – è scritto negli atti – che l’indagato si è ricollegato alla rete della cellula terroristica per la quale ha subito la condanna poi scontata. Infatti, Muhamad Helkawt, Tielaco Nadia Wali, Nadem di Dubai, Khaled Muhamad Amin Rashid, Ali Abdulla Salih, Kawa Kawa, Ridha Shwan Jalal, sono tutti personaggi con cui l’indagato riprende i contatti dopo il lungo arco temporale di cui si è detto ed ognuno di essi, in un modo o nell’altro, può considerarsi contiguo alla più volte citata organizzazione ‘Ansar Al Islam’, sia pure con modalità differenti”.
“Prova ne sia il fatto – scrive la Dda – che nelle conversazioni telefoniche che ciascuno dei predetti intrattiene con Majid, quest’ultimo viene chiamato dagli stessi ‘Mullah Fouad’, vale a dire il nome con cui lo stesso indagato era individuato nel contesto dei suoi trascorsi all’interno di ‘Ansar Al Islam’. Risulta di tutta evidenza, quindi, l’intento di Majid di riaccreditarsi nuovamente agli occhi dei suoi interlocutori e di rappresentare per essi ancora un punto di riferimento importante nel gruppo di matrice terroristica già menzionato”. Nell’ambito dell’indagine, il 30 giugno scorso, la polizia ha compiuto perquisizioni a Parma e Bolzano nelle quali sono stati sequestrati notebook, smartphone, pen-drive e dvd, oltre a documentazioni in lingua araba e curda.