La cena no mask nel ristorante dello “sciamano italiano”: 57 multati e locale chiuso

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-04-27

Gli agenti intervenuti all’interno del locale di Hermes Ferrari sono stati ricoperti da insulti

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È diventato famoso per essersi presentato in piazza Montecitorio vestito da sciamano, con tanto di cappello con le corna sulla propria testa. Hermes Ferrari è stato uno dei simboli del movimento “Io apro“, ma oggi il suo locale è chiuso per violazione delle norme anti-covid. All’interno della sua pizzeria di Modena, infatti, è andata in scena una cena no mask. Oltre a lui (e al suo ristorante) sono state multate anche le altre 57 persone che hanno partecipato a quell’evento al chiuso (ancora non era scattata la zona gialla in Emilia-Romagna e, anche con le restrizioni attuali più lievi, non è ancora consentito il consumo di cibi e bevande al chiuso).

Hermes Ferrari, chiuso il locale del ristorare vestito da “sciamano” per violazione delle norme Covid

Come riporta La Gazzetta di Parma, il ristorante è stato chiuso per cinque giorni e anche il titolare è stato multato con una sanzione di 400 euro (stessa cifra anche per tutti gli altri presenti al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine). E non sono mancate tensioni tra i protagonisti della “cena ribelle” e i 20 agenti arrivati sul posto, travolti dagli insulti mentre raccoglievano le generalità dei presenti. Tutti erano senza mascherina, mentre si trovavano seduti al tavolo o giravano liberamente all’interno della pizzeria. I fatti sono accaduti sabato sera, intorno alle 20.

Ed è stato lo stesso Hermes Ferrari ha confermare la sanzione contro di lui, contro i suoi ospiti e la chiusura temporanea della sua attività, ma il ristoratore decide di non demordere: “Mi hanno elevato una sanzione da 400 euro oltre alla chiusura che non rispetterò perché la Costituzione afferma che il lavoro è un diritto”. Ricordiamo che la Costituzione tutela il diritto al lavoro, così come ogni altra libertà, purché tutto questo non ostacoli la libertà degli altri. E, in questo caso, si parla di tutela del diritto alla salute.

(foto IPP/zumapress)

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