Grillo chiede un governo di tecnici (e sega così le aspettative di Di Maio)

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-08-28

L’uscita sul suo blog serve a respingere l’accusa di poltronificio che ha fatto oggi Salvini da una parte, a tagliare magari da subito le gambe a qualche personaggio del PD che poteva chiedere qualcosa e ha il riflesso di mettere fuori gioco le aspettative di Di Miao

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Beppe Grillo dice la sua sul governo Conte-Bis a cui oggi Mattarella ha dato il suo ok chiedendo un governo di tecnici. La mossa, effettuata tramite post sul blog, serve a respingere l’accusa di poltronificio che ha fatto oggi Salvini da una parte, a tagliare magari da subito le gambe a qualche personaggio del PD che poteva chiedere qualcosa e ha il riflesso di mettere fuori gioco le aspettative di Di Maio, che peraltro oggi il Capo Politico del MoVimento 5 Stelle ha negato. “È assolutamente normale ed atteso che ogni accenno ad un ministero si trasformi in una perdita di tempo condita da cori di reciproche accuse di attaccamento alla poltrona. Questo perché un po’ di poltronofilia c’è ma, sopratutto, non ci sono i tempi né per un contratto e neppure per chiarirci su ogni aspetto, anche fintamente politico, delle realtà che i ministeri dovranno affrontare”. Beppe conferma, oltre a non sapere come si scrive “soprattutto” e ad avere difficoltà con i neologismi, di svolgere un ruolo politico nel M5S visto che si sta comportando come un segretario di partito. I ministri, in ogni caso, li sceglie Mattarella su proposta di Conte secondo la Costituzione: né lui né Di Maio, in teoria.

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Grillo in ogni caso propone la sua ideona: i ministri scelti al di fuori dalla politica, che in cambio sceglierà però i sottosegretari. Come se quelle di sottosegretario non fossero poltrone e senza contare che improvvisamente diventerebbero di assoluto valore se “i politici” (cioè, attualmente quelli che lui ha mandato in Parlamento) potessero spartirsi solo quelle. “Il ruolo politico lo svolgeranno i sottosegretari, ognuno dovrà scegliere secondo verso cui dovrà rispondere nei fatti e sintetizzare, per ogni ministero, l’approccio ottimale e imparare a governare i “tecnici” della burocrazia che li occupano da tempo immemore”, chiude Beppe. La fantasia al potere, si diceva una volta.

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