Il grillismo di PD e Forza Italia

di dipocheparole

Pubblicato il 2017-02-28

Massimo Franco sul Corriere della Sera oggi riflette sul grillismo indotto, ovvero sul populismo trasversale a cui partiti che fino a ieri hanno detto a parole di voler combattere la demagogia (altrui) si sono sacrificati con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale. Un po’ quello che raccontavamo giorni fa a proposito di tassisti e Bolkestein. Basta mettere in …

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Massimo Franco sul Corriere della Sera oggi riflette sul grillismo indotto, ovvero sul populismo trasversale a cui partiti che fino a ieri hanno detto a parole di voler combattere la demagogia (altrui) si sono sacrificati con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale. Un po’ quello che raccontavamo giorni fa a proposito di tassisti e Bolkestein.

Basta mettere in fila le prese di posizione recenti di Beppe Grillo e di Matteo Salvini; e confrontarle con quelle di Silvio Berlusconi e di Matteo Renzi. Ne emerge l’affresco di un sistema politico «grillino» quasi senza volerlo: nel senso che non riesce a opporre una strategia alternativa al populismo che cresce e imperversa, ormai egemone in alcuni Paesi europei. Sono partiti ossessionati dall’esigenza, o dall’illusione, di tenere dentro la protesta, assecondandola.
È la sensazione che si ricava dagli attacchi reiterati di Berlusconi alla moneta unica: al punto che ieri il leader di Forza Italia ha chiesto «una nuova moneta per riprenderci la sovranità monetaria». La sua idea sarebbe quella di «conservare l’euro solo per le importazione e le esportazioni». E pazienza se il marchingegno indebolirebbe ulteriormente l’Italia. Equivarrebbe a precipitarla nella «serie B» europea; e scatenerebbe l’inflazione. Ma l’assillo berlusconiano è di inseguire la Lega di Salvini.

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Vignetta da: Fotomontaggi politici

Il guaio è che anche nel Pd rischia di prevalere la stessa dinamica. Luigi Di Maio accusa Renzi di «ammiccare alle nostre proposte», perché lancia il lavoro di cittadinanza che riecheggia il reddito di cittadinanza del M5S. In più, con Michele Emiliano attacca le Camere sui vitalizi dei parlamentari: offensiva che ha il voto anticipato come conseguenza logica. Andrebbero aboliti i compensi dei politici, come «nella Costituzione cubana», secondo Emiliano. Riferimento inquietante.

Leggi sull’argomento: Tassisti e Bolkestein: l’idea cretina di combattere il populismo facendo come dicono i populisti

 

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