“Ma Pillon ha letto e capito la nostra circolare?”, parla il preside della scuola dei “grembiuli gialli” per la parità di genere

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-12

Alessandro Paone replica alle critiche mosse dal senatore della Lega e lo invita a leggere e capire la sua circolare

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Grembiuli gialli, uguali per tutti i bambini della sua scuola. Il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Salutati-Cavalcanti di Borgo a Buggiano (in provincia di Pistoia), difende e rivendica quella sua decisione educativa che ha provocato molte critiche nelle ultime settimane. Un segnale per far capire, anche ai più piccoli, quel sacrosanto principio dell’uguaglianza di genere, senza distinzione cromatica tra maschi e femmine, fin dall’età scolare. Una strategia che ha fatto sobbalzare dal suo scranno di senatore il leghista Simone Pillon, che ha già manifestato tutto il suo dissenso. Ma il preside ha replicato alle mozioni e alle critiche sollevate anche dal parlamentare del Carroccio.

Grembiuli gialli, il preside Alessandro Paone replica a Pillon

Intervistato da Fanpage, Alessandro Paone – il dirigente scolastico dell’Istituto di Buggiano – ha respinto al mittente le accuse mosse dal senatore della Lega e lo ha invitato a leggere bene il testo della circolare pubblicata (è disponibile online) lo scorso 8 luglio.

“Quello che deve essere chiaro è che la scuola non fa ideologia, segue le linee guida del Ministero, non fa scelte politiche e qualora lo facesse sbaglierebbe. Nella circolare io ho spiegato molto bene le motivazioni di fondo, e tra queste non vi è alcun riferimento alle accuse che ha mosso Pillon parlando tra l’altro di “scemenze ideologiche”. Pillon non credo abbia letto la circolare, ma credo invece che abbia scritto quel post solo per sentito dire: se noi parliamo di parità di diritti nessuno, nemmeno Pillon, potrebbe essere contrario a una cosa del genere”.

E, di fatto, nella famosa circolare delle polemiche è stata spiegata nel dettaglio questa scelta di adottare i grembiuli gialli (per i bimbi della scuola dell’infanzia) al posto del classico dualismo rosa-azzurro per “distinguere” gli alunni maschi dalle alunne femmine.

Si tratta, dunque, di un’educazione al rispetto. Che parte proprio dal colore. Eliminando la caratterizzazione cromatica del “sesso” in età infantile, non si fa “propaganda gender”. Si sottolinea, infatti, l’uguaglianza tra quei maschietti e quelle femminucce che diventeranno uomini e donne nel futuro.

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