Green pass obbligatorio anche per ristoranti al chiuso?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-17

Non solo trasporti a lunga percorrenza e cinema, teatri e discoteche: l’obbligo si potrebbe allargare ad altre attività, forse già da agosto

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La normativa che renderà il green pass obbligatorio per i trasporti pubblici a lunga percorrenza e per luoghi come cinema e teatri verrà regolata da un decreto. Ma ci potrebbero essere le stesse restrizioni anche per bar e ristoranti al chiuso secondo un sistema a tappe

Green pass obbligatorio anche per ristoranti al chiuso?

Come sappiamo in Italia il green pass, che è in uso dal 1 luglio, è necessario per viaggiare nei paesi Ue e, nel caso dovessero tornare le zone con un colore diverso dal bianco, per spostarsi da una regione all’altra. Ma il certificato verde è già obbligatorio in alcuni casi. Ad esempio per poter partecipare a feste e banchetti, come i matrimoni, ma anche per poter andare a far visita a un parente ricoverato in una Rsa o in altra struttura sanitaria. Inoltre solo con il green pass è possibile accedere ad eventi che comportino la presenza di 500 persone al chiuso o di mille all’aperto, come concerti o partite di calcio. A breve il certificato verde diventerà obbligatorio anche per cinema, teatri e discoteche, ma anche per poter viaggiare con sistemi di trasporto a lunga percorrenza quali treni, aerei e navi. La novità, come spiega anche il Messaggero, è che l’obbligo si potrebbe allargare ad altre attività, forse già da agosto:

La prossima settimana si comincerà «dai luoghi e dalle occasioni con maggiore assembramento», spiega un’autorevole fonte di governo che conduce la trattativa, «vale a dire: discoteche, treni, navi, aerei, cinema, teatri, stadi, concerti, congressi, convegni, eventi in generale. E forse anche da palestre e piscine e ristoranti al chiuso. Poi, se la situazione peggiorerà, l’obbligo del green pass verrà esteso a bar e ristoranti. Non con un intento punitivo, ma per evitare a questi settori di tornare a chiudere». Insomma, si va verso un codice Qr introdotto a tappe. Per step e a geometria variabile. Con correzioni progressive in ragione di come, nelle settimane successive, evolverà l’epidemia e di come il sistema sanitario verrà interessato dai nuovi contagi

Inoltre secondo quanto scrive il Corriere arriveranno anche delle sanzioni p, che per i gestori degli esercizi pubblici che non verificheranno che i clienti ne siano in possesso saranno di  di 5 giorni di chiusura, mentre chi ne è sprovvisto dovrà pagare 400 euro a chi ne è sprovvisto. Alla luce delle questioni sollevate dal Garante della privacy la questione controlli è delicata: potranno farli solo le forze dell’ordine.

E sul certificato verde si sono espressi anche gli esperti, come ad esempio il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro che ieri, durante la conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio regionale Covid della Cabina di regia, ha detto: “Il tema del Green pass ha varie connotazioni. Quello che noi come componente tecnico-scientifica possiamo dire è che avere la più ampia fascia possibile di popolazione vaccinata con due dosi è il passepartout per poter controllare meglio la circolazione” del virus “e per poter guadagnare ulteriori spazi di libertà”. “E’ la scommessa che abbiamo e possiamo vincerla – ha aggiunto – perché abbiamo le dosi. Si tratta di fare tutti una scelta consapevole, individuale, ma anche di salute pubblica. Come raggiungere l’obiettivo” è un discorso diverso “e credo qui sia fondamentale poi il parere anche della politica, laddove le modalità possono essere diversificate e vada tenuto conto delle sensibilità e degli aspetti culturali e sociali in cui viviamo. Importante è raggiungere l’obiettivo. Questo è un dibattito su cui credo ci debba essere uno sforzo comune”. Un aspetto su cui conviene anche il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza: “Anch’io credo che sia la politica a dover prendere certe decisioni. Da epidemiologo farei di tutto per bloccare il rischio. Ma è chiaro che ci sono le esigenze dei singoli e dell’economia. E alla fine devono essere fatte delle scelte equilibrate. Si parla di rischio accettabile, calcolato. Sta alla politica fare le sue scelte”, ha concluso.

 

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