“Deve perdere, sennò non torna più a casa”: aggredita la figlia dell’allenatore del Pescara

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-05-10

Paola Grassadonia, figlia del tecnico del Pescara, è stata spintonata e presa a calci da alcuni sostenitori della Salernitana. Oggi i campani in campo proprio contro gli abruzzesi per un match che può valere la promozione in Serie A

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Il calcio fa solo da sfondo a questa brutta vicenda di cronaca avvenuta sabato sera a Salerno. Paola Grassadonia, 18enne figlia di Gianluca – allenatore del Pescara – è stata aggredita e presa a calci da parte di alcuni “tifosi” della Salernitana. Il motivo? Questo pomeriggio, allo Stadio Adriatico Giovanni Cornacchia della città abruzzese, andrà in scena il match che potrebbe regalare alla squadra campana la promozione in Serie A. Gli aggressori – offuscati dai folli fumi del tifo – hanno preso di mira la giovane per intimorire il padre. Questo, infatti, il messaggio urlato contro la ragazza dopo esser stata spintonata e presa a calci: “Deve perdere, se no non torna più a casa”.

Grassadonia, la figlia dell’allenatore del Pescara aggredita da alcuni tifosi della Salernitana

Una violenza illogica fomentata da un tifo malato. Ovviamente non si può generalizzare e attaccare tutti i tifosi della Salernitana per questo folle gesto compiuto solo da alcune persone, ma quanto accaduto nella città campana deve far riflette sull’odio che si sviluppa all’interno di certi ambienti che utilizzano il calcio come una “zona franca” per sfogare le proprie frustrazioni. Il giorno dopo la vile aggressione, anche il club di proprietà di Claudio Lotito ha preso le distanze da quanto accaduto: “L’U.S. Salernitana 1919 stigmatizza e condanna i comportamenti intimidatori ed offensivi messi in atto in queste ore da qualcuno nei confronti dei familiari dell’allenatore del Pescara Calcio, il signor Gianluca Grassadonia. Una partita di calcio, pur se importante e decisiva, resta tale e non può scatenare simili manifestazioni di violenza verbale. Tutto deve restare nell’ambito della vicenda sportiva e sul rettangolo di gioco”. Così come la Lega di Serie B.

La giovane vive a Salerno – città natale anche del padre allenatore – insieme a sua madre. L’ex calciatore del Cagliari e della Salernitana, invece, si trova a Pescara dallo scorso mese di febbraio per allenare la squadra abruzzese (ora retrocessa in Serie C). E dopo l’aggressione, le due donne hanno raggiunto il padre e marito proprio in Abruzzo. Ad alcuni cronisti campani, Gianluca Grassadonia ha dichiarato: “Mia figlia è stata strattonata e presa a calci. Adesso basta. I miei familiari prenderanno un taxi e andranno via, anzi scapperanno via. Li aspetto in Abruzzo. Basta, adesso basta”.

L’ennesima brutta pagina del “tifo” calcistico italiano. Poteva essere un fine settimana di sani festeggiamenti con la Salernitana che si appresta, 22 anni dopo l’ultima volta, a tornare in Serie A. E, invece, alcuni folli violenti hanno deciso di infangare il nome della città e il blasone del club. Oggi alle 14 il fischio d’inizio, ma la vera partita l’hanno persa quei violenti che utilizzano il calcio per dare sfogo alle loro frustrazioni.

(foto IPP da Facebook)

 

 

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