Fact checking
Così il governo del Cambiamento ha fregato il Sud sulle grandi opere
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2019-06-12
Sta suscitando parecchie perplessità la mappa dei cantieri delle grandi opere che il governo del Cambiamento intende completare. Al Sud a parte i 40 km della Statale Jonica non c’è nulla (e quasi tutti i toponimi della cartina sono fuori posto)
Si fa presto a dire prima gli italiani. Non tanto perché è uno slogan senza senso quanto perché bisognerebbe quantomeno riuscire a dimostrare di conoscere la geografia della penisola italica. Prendiamo ad esempio la mappa pubblicata sul sito del MEF – il Ministero dell’Economia e delle Finanze – per illustrare quali sono le grandi opere da completare la cui realizzazione verrà finanziata con gli investimenti stanziati con il Decreto Crescita e grazie al Decreto Sblocca Cantieri.
Il senso del MEF per la geografia italiana
Quella mappa è completamente sbagliata. Non c’è una delle città interessate che sia “al suo posto”. Padova ad esempio è finita tra il Trentino Alto Adige e la Lombardia (quando in teoria dovrebbe essere in Veneto). Venezia è ormai sulla terra ferma, completamente fuori dall’omonima laguna. Poco male in questo caso perché così non si renderà più necessario il MOSE e nemmeno intervenire sulle navi da crociera che transitano in bacino San Marco e per il canale della Giudecca. Anche Genova, che dovrebbe essere sul mare, è finita praticamente in Piemonte. E al confine tra Piemonte e Lombardia si trova Milano.
Non va meglio se guardiamo dove è finito il terzo valico Genova-Milano, praticamente in provincia di Lecco. Brescia invece si è spostata molto più a Ovest di quanto ci ricordavamo. La città lombarda che si trova vicino al Lago di Garda è finita sulle sponde del Lago Maggiore. Che il grande cambiamento parta anche dalla geografia? In fondo basterebbe spostare la Val Susa in Francia e avremmo risolto i casini della TAV.
Non è che qualcuno si è dimenticato del Sud Italia?
E al Sud? Al Sud, come ha fatto notare il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi, non c’è nulla. La quasi totalità delle grandi opere si trova al Nord (ad esclusione della nuova pista dell’aeroporto e il passante di Firenze). Ci sarebbe un tratto della statale Jonica, quello da Sibari a Roseto. Che secondo il MEF si trovano in Basilicata e in Puglia. Ma in realtà anche quello è un errore perché quel tratto stradale di ben 38 km è completamente in Calabria.
A parte quel breve tratto però per il Meridione non c’è nulla. Niente in Sardegna – dove durante la campagna elettorale Salvini parlava della necessità di “più ferrovie” per portare i turisti sulle spiagge – e niente in Siclia, Campania, Puglia e Basilicata. Sembra quasi che il governo si sia dimenticato che al Sud vive una fetta consistente di italiani e che le regioni meridionali abbiano un estremo bisogno di nuove infrastrutture efficienti. Nessuno chiedeva certo di realizzare il ponte sullo Stretto di Messina e certo queste sono solo le opere “sbloccate”. La mappa dimostra però come i governi cambino ma le priorità (e i soldi) finiscano sempre al Nord. Con tanti saluti a quelli che hanno votato Lega e Salvini.
Leggi sull’argomento: Luca Telese e la “coraggiosa” difesa di Arsenale K