«Il governo non ha un piano per la Brexit»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-11-15

Le divisioni nel governo di Theresa May potrebbero portare ad altri sei mesi di discussione: 500 progetti da analizzare, 30mila persone da mettere al lavoro. Il che rende praticamente impossibile l’attivazione del famoso articolo 50 a marzo

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Londra non ha “un piano” sulla Brexit né un accordo sulla “exit strategy”. Lo rivela un documento segreto ottenuto dal Times e citato oggi da Reuters e BBC. Secondo la nota, scritta il 7 novembre da un consulente del governo e chiamata ‘Brexit Update‘ a causa delle forti divisioni tra i ministri di Theresa May “ci vorranno altri sei mesi” prima di mettere a punto un piano, il che rende praticamente impossibile l’attivazione del famoso articolo 50 a marzo, come annunciato dalla May. Un portavoce di Downing Street ha smentito il documento.

«Il governo non ha un piano per la Brexit»

Nel governo della May ci sarebbero, secondo il documento, due schieramenti. Da un parte il ministro degli Esteri Boris Johnson con il ministro per la Brexit David Davis e il ministro per il Commercio internazionale Liam Fox. Dall’altra il Cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond con il ministro del Commercio Greg Clark. Ogni ministero, scrive il Times, ha sviluppato un piano per fronteggiare le conseguenze della Brexit, anche nel caso “dello scenario peggiore”. Ma quello che manca è un “piano del governo” e una “strategia complessiva per negoziare l’uscita” della Gran Bretagna dall’Unione europea. Ci sarebbero, secondo il documento, cinquecento progetti da analizzare e ci vorrebbero 30mila persone da mettere al lavoro per i piani operativi: Theresa May aveva Mpromesso di far scattare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona, che fa partire il timer di due anni di trattative per lasciare l’UE, entro la fine di marzo, ma finora poco o nulla si sa dei suoi progetti per il futuro rapporto della Gran Bretagna con l’Europa.

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I possibili scenari della Brexit secondo Linda Yueh (via Twitter.com)

I problemi di organizzazione fanno il paio con quelli legali: qualche tempo fa l’Alta Corte di Londra ha stabilito che il Parlamento britannico debba esprimersi sull’avvio o meno della procedura di uscita dalla Unione Europea. Questo significa che il governo del premier Theresa May non potrà presentare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona, che avvia il divorzio di un Paese, senza il via libera del Parlamento. È probabile ora che il governo faccia ricorso contro la decisione. “Il principio fondamentale della costituzione del Regno Unito è che il Parlamento è sovrano”, ha detto il giudice dell’Alta corte, Lord Thomas of Cwmgiedd, nel leggere il verdetto. Come sottolineano i media britannici, non solo si tratta di una forte umiliazione per il governo di Theresa May ma questo di sicuro avrà ripercussioni sui tempi della Brexit, rallentandola. Secondo il Guardian, non è comunque la fine di questo storico caso legale, che vedrà la sua conclusione molto probabilmente di fronte alla Corte suprema, che già si starebbe preparando per dibatterlo.

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