Gli animali domestici possono trasmettere il Coronavirus?
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2020-03-05
Ad Hong Kong il cane di una paziente affetta da Covid-19 è risultato “debolmente positivo” al coronavirus. Significa che è stata confermata la possibilità di una trasmissione dall’animale all’uomo?
Attualmente non ci sono evidenze scientifiche che un animale domestico – cane o gatto che sia – possa trasmettere il coronavirus Covid-19 ad un essere umano. Questo è quello che dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il fatto che oggi non ci siano prove a sostegno di quest’affermazione non significa naturalmente che un evento del genere sia assolutamente impossibile. Allora perché le autorità sanitarie di Hong Kong hanno lanciato un avvertimento alla popolazione consigliando di evitare di baciare i propri animali da compagnia?
Cosa sappiamo del cane di Hong Kong positivo al coronavirus
La storia è quella del cane di una signora sessantenne di Hong Kong trovato positivo al coronavirus dopo il ricovero della proprietaria, positiva al coronavirus. Non si tratta però di un caso di trasmissione animale-uomo quanto del contrario, o meglio: di un probabile caso di trasmissione da uomo ad animale. In seguito a ripetuti test il cane in questione, un pomerania di 17 anni con gravi problemi di salute, è stato trovato debolmente positivo al Coronavirus. Inizialmente si pensava che la presenza di Covid-19 potesse essere frutto di una contaminazione ambientale (il cane viveva assieme alla paziente ed era quindi stato esposto al virus). Attualmente la bestiola non mostra alcun sintomo di infezione da coronaviurus.
La posizione dell’OMS sul cane di Hong Kong positivo al coronavirus
Cosa sappiamo quindi? Al di là di questo singolo caso nulla di più di quello che sapevamo una settimana fa. Questa non deve essere letta come una notizia particolarmente sorprendente perché ci sono molte cose che non sappiamo su questo nuovo coronavirus. Secondo il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro la trasmissione da uomo ad animale «viene valutata, tra gli animali circolano questi virus, ed è un tema ben noto, ma in questo momento non è considerato un serbatoio che possa favorire la diffusione del virus». Per il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, componente del Comitato tecnico-scientifico sull’emergenza coronavirus il caso di Hong Kong «viene valutato attentamente, ma non è elemento di preoccupazione».
Le indicazioni sono sempre le stesse che valgono per gli esseri umani. Le autorità di Hong Kong invitano a adottare buone pratiche igieniche e a mantenere un ambiente domestico pulito e igienico. Anche perché come dice l’OMS, coronavirus a parte sono molte le malattie e i batteri che possono essere trasmessi dall’animale domestico all’uomo. Nessuna ragione quindi per sospettare – e tanto meno per sbarazzarsi – di Fido come di un possibile untore.
We are eight weeks into this #COVID19 outbreak: yet we have identified the virus, we have the genetic sequence, PCR & serological assay in use. This wealth of knowledge is unprecedented for a new disease.#coronavirus pic.twitter.com/dNAlepnEek
— World Health Organization (WHO) (@WHO) March 5, 2020
«Abbiamo rilevato una debole positività in un solo cane a Hong Kong, il cane è anziano, sta bene e non ha sintomi, è anziano», ha dichiarato Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico per il coronavirus dell’unità malattie emergenti dell’OMS, durante la conferenza stampa di oggi a Ginevra.
La dottoressa Van Kerkhove, epidemiologa che aveva già guidato il team di tecnici dell’OMS che aveva affrontato MERS-CoV, ha aggiunto: «stiamo lavorando con i colleghi di Hong Kong e altri partner per studiare gli animali che si trovano in casa di persone risultate positive al Covid-19, solo un animale è risultato positivo e sta bene. Per quanto riguarda la trasmissione non pensiamo che gli animali siano un vettore, né che l’uomo lo sia per loro, ma ci voglio altri studi per approfondire». In conclusione, ha aggiunto il capo del Programma di emergenze sanitarie dell’Oms Michael Ryan «gli animali non sono un serbatoio, semmai sono vittime. Succede spesso con le malattie emergenti e dobbiamo stabilire chiaramente ogni aspetto».