I familiari di Giuseppe Lenoci chiedono chiarezza: “Quello stage non prevedeva uscite”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-15

La Procura di Ancona indaga per omicidio stradale in merito alla morte di Giuseppe Lenoci, il 16enne di Teramo morto in un’incidente a bordo di un furgone della ditta per la quale svolgeva uno stage

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Quella capitata a Giuseppe Lenoci è stata “una tragedia che si poteva sicuramente evitare”: parole della zia del 16enne morto in un’incidente stradale a bordo di un furgone della ditta operativa nel settore della termo-idraulica per la quale stava svolgendo uno stage. Attività che secondo la parente della vittima “non prevedeva uscite”. “Allora perché si trovava su quel furgone?”, il dubbio che viene posto. In attesa della relazione dei carabinieri su quanto accaduto – un impatto con un albero che oltre ad uccidere il giovane ha ferito gravemente l’autista del mezzo, un operaio di 37 anni, ora ricoverato all’Ospedale di Torrette in gravi condizioni – la Procura di Ancona è pronta ad aprire un fascicolo per omicidio stradale.

I familiari di Giuseppe Lenoci chiedono chiarezza: “Quello stage non prevedeva uscite”

Originario di Monte Urano, vicino Fermo, Giuseppe Lenoci frequentava il suo stage nel programma scuola-lavoro, e la sua scomparsa prematura ha rinnovato gli appelli e le proteste di quanti – contrari alla riforma – erano già scesi in piazza più volte nelle ultime settimane dopo la vicenda simile che aveva riguardato Lorenzo Parelli, il 18enne morto nell’ultimo giorno di tirocinio in un’azienda di Udine. Sulla morte di Lenoci  sono in corso verifiche da parte dei carabinieri e dei legali della famiglia per accertare cosa prevedesse effettivamente lo stage che stava svolgendo. “Questa settimana o la prossima – ha spiegato ancora la zia all’Ansa – avrebbe dovuto essere l’ultimo stage e si sarebbe diplomato la prossima estate. Spero che si faccia chiarezza, è ovvio che mio nipote non tornerà più ma bisogna fare chiarezza”.

Il dibattito politico sugli studenti sui luoghi di lavoro

Sul fronte politico – come riporta il Fatto Quotidiano –  Manuela Ghizzoni, responsabile Istruzione del Pd, e Chiara Gribaudo, vicecapogruppo alla Camera e responsabile Missione Giovani nella segreteria hanno chiesto di attivare il tavolo proposto dai ministri del Lavoro Andrea Orlando e dell’Istruzione Patrizio Bianchi per “rivedere complessivamente tutte le fasi in cui” i ragazzi “vanno sui luoghi di lavoro”, per “individuare e applicare tutte le soluzioni e innovazioni” affinché i percorsi in formazione “siano tutelati da condizioni di sicurezza specifiche e rigorose”.

Il ministro dell’Istruzione Bianchi, dopo aver appreso la notizia nella giornata di ieri, aveva diramato una nota: “Esprimo il mio più profondo dolore e vicinanza alla famiglia. La sicurezza sul lavoro deve essere sempre garantita, a maggior ragione quando sono coinvolti dei ragazzi in formazione. Su questo abbiamo già avviato un confronto con il ministro del Lavoro Orlando e messo a ragionare i nostri tecnici. Credo sia urgente ritrovarci anche insieme alle Regioni per un percorso che porti a una maggiore sicurezza in tutti i percorsi di formazione dove sono previsti contatti dei nostri giovani con il mondo del lavoro”.

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