“Ciò che è accaduto può ritornare. Dipende solo da noi”, il Giorno della Memoria 2022

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-27

Oggi si celebra quella giornata per ricordare tutte le vittime delle follie nazi-fasciste

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Il 27 gennaio del 1945, l’Armata Rossa riuscì a entrare nel campo di concentramento di Auschwitz, liberando tutti i sopravvissuti della follia nazista. E quella data è stata scelta come ricorrenza, non solo simbolica, da parte del mondo intero, con l’istituzione del “Giorno della Memoria”. Una giornata in cui non si cancella e non si dimentica quella pagina di storia durata diversi anni. Anni bui. Anni in cui milioni di persone vennero perseguitate e uccise “per colpa” della loro religione, del loro orientamento sessuale, politico o perché disabili.

Giorno della memoria, per non dimenticare vittime innocenti di una follia

Le Nazioni Unite hanno impiegato 60 anni per stabilire una data univoca e internazionale per ricordare tutte le vittime di quella folle ideologia nazi-fascista. Poi la svolta nel 2005, quando l’Assemblea decise di istituire il 27 gennaio di ogni anno come “Giorno della Memoria”. L’Italia, che è stata – purtroppo – una delle penne che ha scritto la pagina più buia della storia contemporanea si era mossa con anticipo, indicando proprio nel 27 gennaio la data giusta per non rimuovere dalla mente quel passato. E lo fece con la legge 211 del 2000 che recita:

“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”.

Affinché eventi simili non possano mai più accadere. Una speranza, un’aspettativa che viene disillusa quasi quotidianamente. Ovviamente eventi come la deportazione di massa, i rastrellamenti e tutto quel che la storia – purtroppo – ci ha insegnato sono ben lontani dal tornare a essere di stretta attualità. Ma in Italia c’è ancora chi segue quella recondita e folle ideologia fatta di odio, discriminazione e razzismo (il fatto più recente riguarda i volantini per una palestra fascista a Verona).

Le parole del Presidente di Anpi

Il Giorno della Memoria non è solo una data scritta sul calendario. Non è solamente una serie di eventi per ricordare quello che è accaduto. Lo sottolinea anche il Presidente di Anpi, Gianfranco Pagliarulo, nella sua lettera inviata e pubblicata da Il Fatto Quotidiano:

“Ricordare oggi quella serie di eventi ha un sapore amarissimo e speciale perché adesso come mai dal dopoguerra leggiamo le parole di Primo Levi ‘Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare’: l’indicazione di un pericolo o la sconvolgente profezia di una moderna Cassandra? La costante erosione dell’acqua può far crollare una diga; viviamo il tempo dell’erosione”.

Una storia passata, ma il pericolo è sempre incombente. L’odio, la discriminazione per colore della pelle, religione, identità e orientamento sessuale è una realtà presente anche nel nostro presente, anche se con forme diverse. Ma questo non deve far calare l’attenzione:

“Ciò che è accaduto può ritornare. Ma non c’è nessun fato, nessun destino, nessuna sorte prescritta. Dipende solo da noi. Dalle donne e dagli uomini viventi. È il momento di aprire gli occhi”.

E il Giorno della Memoria serve anche a questo. Soprattutto a questo.

(foto IPP/imago/newspix)

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