Politica

Giorgia Meloni boccia tutto: “Basta fondi, bonus e reddito di cittadinanza per i giovani”

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-08-05

“Il RdC è una misura stupida, controproducente e diseducativa che disincentiva al lavoro e che va abolita”, aveva già detto la leader di FdI

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Ospite ieri pomeriggio alla Versiliana a Marina di Pietrasanta (Lucca), Giorgia Meloni ha parlato a tutto campo, dicendo la sua sul rapporto con l’Ue, sulla patrimoniale, sulla concorrenza, fino a toccare il tema (molto sentito) delle donne in politica. Poi, la leader di FdI ha espresso la sua opinione sui giovani e su come poter fornire loro l’aiuto necessario in un momento storico così complesso.

Basta con fondi, bonus e reddito di cittadinanza per i giovani. Basta con questa visione paternalistica. Dobbiamo dare ai giovani una vita dignitosa, sono soggetti attivi che vanno coinvolti” ha spiegato. Una posizione, questa, che Giorgia Meloni aveva già ribadito qualche giorno fa in un’intervista al QN, quando aveva detto: “Il RdC è una misura stupida, controproducente e diseducativa che disincentiva al lavoro e che va abolita”. Poi, aveva sentenziato: “La ricchezza la creano le imprese e i lavoratori, non i decreti”.

Giorgia Meloni e la storia delle sanzioni per i giovani che non accettano lavoro

Parlare di proposte per i giovani in relazione al partito di Giorgia Meloni in questa campagna elettorale significa soprattutto far riferimento al passaggio (che ha fatto molto discutere) sul lavoro obbligatorio per i ragazzi contenuto in un fantomatico programma elettorale di Fratelli d’Italia. “Va costruito un sistema organizzato- si leggeva nel documento – risalente al 2018,  che deve rientrare in un programma di politiche attive basato su un sistema di intelligenza artificiale che a regime rintracci l’elenco dei giovani che terminano ogni anno le scuole superiori e l’università e li agganci a imprese del settore, agenzie per il lavoro e centri per l’impiego, attivando un sistema concorrenziale tra gli operatori che avranno una dote finanziaria ingente per la loro collocazione. Il giovane non potrà più scegliere se lavorare o meno, ma è vincolato ad accettare l’offerta di lavoro per sé, per la sua famiglia e per il Paese, pena la perdita di ogni beneficio con l’applicazione anche di un sistema sanzionatorio”.

Il passaggio non figura tra i 15 punti programmatici più recenti diffusi dal partito di Giorgia Meloni: appartiene infatti a un opuscolo, chiamato “Appunti per un programma conservatore”, distribuito durante seconda giornata della Conferenza programmatica di Fratelli d’Italia, tenutasi a Milano lo scorso aprile. Quel riferimento era inserito nel capitolo a cura di Giorgio Crosetto, che sull’argomento è già stato intervistato da Avvenire a inizio maggio. “Ma no, non penso che il lavoro debba essere obbligatorio per legge”, ha detto il fondatore di FdI. “Quelle sono solo provocazioni culturali – ha aggiunto – idee lanciate per riflettere, scritte da un tecnico esterno cui è stato chiesto un contributo. Quei temi, ed altri, io dovevo solo commentarli, anche perché come sa non mi occupo di temi del lavoro. Erano provocazioni esterne, suggerimenti. Certo, lavorare è un dovere morale per sé stessi, la propria famiglia e anche la comunità nazionale, ma non penso debba diventare un obbligo di legge. Se però sei un disoccupato e continui a rifiutare le offerte che ti vengono proposte, perdi il diritto ad aiuti pubblici”.

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