Giorgia Meloni continua a parlare di blocco navale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-08-29

Giorgia Meloni propaganda il “blocco navale” come una misura certa qualora dovesse andare al governo dopo le elezioni. Eppure ormai tutti sanno che è inattuabile

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Non le sono bastate le lezioni che le sono arrivate a più riprese, una tra tutte quella dell’ex sindaco di Lampedusa Totò Martello. Giorgia Meloni continua inperterrita, e consapevole che la misura non è presente nel programma del centrodestra, a propagandare il “blocco navale” come unica soluzione per controllare gli sbarchi dei migranti.

Giorgia Meloni continua a parlare di blocco navale

“Uno Stato serio controlla e difende i propri confini. Non mi stancherò mai di ribadire che l’unico modo per fermare l’immigrazione clandestina è il blocco navale: una missione europea in accordo con le autorità nordafricane. Solo in questo modo sarà possibile mettere fine alle partenze illegali verso l’Italia e alla tragedia delle morti in mare. È giunto il momento di voltare pagina. Avverrà il 25 settembre se gli italiani ci daranno fiducia”. Queste le parole su Instagram della leader di Fratelli d’Italia che sembra molto sicura nell’affermare che il blocco navale dopo le elezioni diventerà realtà.

 

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Che il suo annuncio sia però un po’ come quello ormai mitologico sull’abolizione delle accise sulla benzina, storica promessa elettorale mai attuata da Salvini, lo ha spiegato bene poco tempo fa Totò Martello. L’ex sindaco di Lampedusa infatti ha inanellato uno dopo l’altro i motivi per i quali Giorgia Meloni non può tramutare in azione una soluzione illegale:

“La signora Giorgia Meloni continua a parlare di “blocco navale davanti le coste del Nordafrica per fermare le imbarcazioni di migranti”: considerato che solo tra Tunisia e Libia ci sono quasi 3.000 chilometri di costa, ha fatto il conto di quante navi e motovedette servirebbero?”.

Un dettaglio tecnico, disegnato anche in una cartina geografica a mo’ di Risiko per mostrare l’ampio chilometraggio dello spazio del Mediterraneo che dovrebbe essere occupato da pattugliatori italiani fissi. Ma c’è anche di più. Molto di più.

“Al di là del fatto che bisognerebbe preventivamente stipulare un accordo con gli Stati interessati e che una misura simile dovrebbe avere il benestare (quantomeno improbabile) dell’Unione Europea, Meloni può spiegare materialmente come intende farlo, questo famigerato blocco? Vuole piazzare un numero indefinito di navi italiane di fronte le coste africane 24 ore su 24, ed appena viene avvistato un barchino che succede? Gli espongono la paletta, gli dicono con un megafono “tornate indietro…!”, e se loro invece vanno avanti che fanno, gli sparano? Ma qualcuno le ha spiegato che in mare vigono regole che non possono essere ignorate? Le mie sono domande serie, perché questo è un tema serio. Vorrei che la signora Meloni spiegasse nei dettagli agli italiani in cosa consiste la sua idea: perché lo slogan “mettiamo le navi davanti le coste africane e li blocchiamo lì” può andare bene durante una partita a Risiko, ma se questo è il cavallo di battaglia della campagna elettorale della destra, allora dovrebbe rispondere alle semplici domande che ho appena fatto. Altrimenti vorrebbe dire che quello del blocco navale è solo uno slogan irrealizzabile, e che sta prendendo in giro gli italiani”.

 

 

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