Gino Strada e i soldi di Emergency all’ONG MOAS

di dipocheparole

Pubblicato il 2018-07-11

In queste ore gira sui social network l’estratto di un intervento di Gino Strada a In Onda in cui il fondatore di Emergency parla dei salvataggi in mare e spiega che Emergency ha lavorato “su una barca di proprietà del MOAS, contribuivamo con il nostro personale sanitario che pagavamo noi, delle spese logistiche noi pagavamo …

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In queste ore gira sui social network l’estratto di un intervento di Gino Strada a In Onda in cui il fondatore di Emergency parla dei salvataggi in mare e spiega che Emergency ha lavorato “su una barca di proprietà del MOAS, contribuivamo con il nostro personale sanitario che pagavamo noi, delle spese logistiche noi pagavamo 150mila euro al mese. Dopodiché ci hanno chiesto di dare di più, 180mila o 230mila, noi abbiamo discusso tra di noi e abbiamo accettato. Poi ci hanno telefonato e ci hanno detto: ‘Vogliamo che sbarcate domani perché la Croce Rossa ci dà 400mila euro’… e noi che dovevamo fare? E’ come quando il padrone di casa ti dà lo sfratto…”. Il video è stato condiviso con l’intento di delegittimare lo stesso Strada, ma il senso di quello che ha detto è diverso da quello che si evince dallo spezzone.

Per comprenderlo appieno bisogna leggere il bilancio 2016 di Emergency, pubblicato sul suo sito. Proprio sulla vicenda che ha raccontato Strada in tv si spiega: “Nel giugno 2016, Emergency ha iniziato una collaborazione con MOAS (Migrant Offshore Aid Station) per garantire cure mediche di prima assistenza, la distribuzione di cibo e prodotti non alimentari di prima necessità ai migranti a bordo della nave Topaz-Responder. In soli due mesi è stato possibile portare assistenza sanitaria a quasi cinquemila persone, recuperate in mare. Il costo sostenuto da Emergency per tale progetto è stato complessivamente pari a 300.354,57 euro, comprensivo dei costi direttamente sostenuti da Emergency (personale, attrezzature, spedizioni, magazzino, ecc.) e delle quote di compartecipazione mensile ai costi direttamente sostenuti da MOAS per la gestione della nave, al lordo del rimborso di alcune spese anticipate per l’approntamento delle attività e l’approvvigionamento dei beni necessari a bordo del vascello, successivamente riconosciute da MOAS. Il progetto è terminato all’inizio di agosto per scelta di MOAS, che ha comunicato la decisione di concludere la collaborazione con Emergency, avendo individuato un ente disposto a coprire interamente le spese del progetto, oltre che a fornire assistenza sanitaria sulla Topaz-Responder”. Nel rendiconto di Emergency c’è anche un capitolo che riguarda MOAS e i salvataggi nel progetto SAR:

gino strada moas emergency 1

Ecco quindi che è spiegato il senso delle affermazioni di Strada: Emergency e MOAS avevano un progetto sinergico che comprendeva la compartecipazione per le spese della nave e a quelle cifre si riferisce Strada quando parla prima di 180mila e poi di 230mila euro. MOAS ha rinunciato alla collaborazione con Emergency perché la Croce Rossa Italiana si è offerta di coprire tutte le spese di gestione della nave, mentre con Emergency c’era un accordo per dividere le spese. D’altro canto nella relazione di accompagnamento del bilancio della Croce Rossa si spiega che l’operazione ha avuto un costo totale di due milioni di euro per cinque mesi e per due navi: nella relazione si parla infatti di partnership. Tutto qui.

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