Il giovane cresciuto in Germania che si suicida dopo essere stato rimpatriato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-11

Il ministro dell’Interno Seehofer si era rallegrato per la deportazione di 69 richiedenti asilo nel giorno del suo compleanno. Uno di loro si è impiccato a Kabul

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La vicenda è stata raccontata da Handelsblatt: nel giorno del suo 69esimo compleanno il ministro dell’Interno Horst Seehofer, che aveva minacciato di far cadere la Merkel salvo poi rimangiarsi tutto qualche giorno fa, si era rallegrato del rimpatrio in Afghanistan di 69 richiedenti asilo avvenuto nel giorno del suo compleanno (è nato il 4 luglio).

Il richiedente asilo cacciato dalla Germania che si uccide a Kabul

La storia del rimpatrio dei 69 richiedenti asilo aveva suscitato polemiche in Germania perché l’Afghanistan non è un paese pacificato – e quindi non poteva essere considerato sicuro per i richiedenti asilo – e perché un accordo con Kabul prevedeva che i rimpatri non avvenissero per più di cinquanta persone in contemporanea. Ma ora la storia ha avuto uno sviluppo imprevedibile: uno dei richiedenti asilo tornato in Afghanistan nei primi giorni di luglio si è impiccato.

Un dirigente del ministero dei rifugiati di Kabul ha fatto sapere che è stato trovato morto nella stanza allo Spinsar Hotel che gli era stata fornita dall’Organizzazione Internazionale per la Migrazione (IOM), che ha confermato successivamente il decesso. Il 23enne era arrivato dalla provincia di Balkh e aveva vissuto in Germania per otto anni, più precisamente ad Amburgo. Un portavoce del ministero dell’Interno tedesco ha detto a N-TV che in Germania il richiedente asilo era stato condannato per furto e per aggressione. Successivamente in un tweet ha espresso cordoglio per la morte del ragazzo.

Leggi sull’argomento: La strategia di Seehofer sui migranti (non piacerà affatto a Salvini)

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