Ghali smentisce la pace con Salvini: “Non si può fare con chi fa la guerra ai più deboli”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-14

Il rapper Ghali, protagonista durante il derby di Milano dello scorso 7 novembre di uno screzio sugli spalti con Matteo Salvini, sui social ha smentito di aver “fatto pace” con l’ex ministro dell’Interno

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Dopo lo scontro a distanza in tribuna a San Siro, nato al momento del gol del pareggio del Milan sull’Inter, un inviato de “Le Iene” ha provato a ristabilire la pace tra Ghali e Matteo Salvini. Il rapper aveva inveito nei confronti dell’ex ministro dell’Interno per le sue politiche anti-migranti, rinfacciandogli che a segnare fosse stato proprio un calciatore di colore. L’inviato della trasmissione di Italia 1 ha fatto firmare, a distanza, la stessa maglietta della Tunisia a entrambi i protagonisti dello screzio. Un segno distensivo che però non ha significato “pace fatta”, almeno dal punto di vista del rapper. “Ho firmato quella t-shirt – ha ammesso – solo perché sapevo che sarebbe finita a suo figlio, essendo mio fan, nella speranza che un giorno, crescendo, potrà farsi delle domande e avrà voglia di vivere in un’Italia diversa da quella voluta da suo padre. In fondo anche io ho preso delle scelte diverse da mio papà, so che può succedere”.

 

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Ghali smentisce la pace con Salvini

La pace quindi sarebbe, per Ghali, una “bugia mediatica” di Salvini. Su Instagram ha poi ricordato quanto accaduto a San Siro: “Sono andato allo stadio per tifare la mia squadra del cuore, lo stesso cuore che mi ha portato ad agire d’impulso. Non ho assolutamente fatto pace con Salvini e non mi sono mai pentito delle parole che gli ho detto durante il derby”.  E ancora: “Io sono per la pace, ma pace non si può fare con chi ogni giorno fa guerra ai più deboli portando avanti politiche razziste e di odio, con chi fa soffrire e morire la mia gente. La pace si farà quando ammetterà i propri errori, quando risponderà delle sue azioni, quando racconterà la verità al suo popolo e smetterà di creare disinformazione, usando l’immigrato come capro espiatorio dei problemi dell’Italia”.

Dal canto suo Matteo Salvini ha accettato la maglietta e raccontato la sua versione: “Io ero impegnato a esultare per il gol, se uno viene allo stadio e non si gode la partita e passa il tempo a insultare il prossimo è una persona sfortunata. Da milanista esultavo per Gullit quando lui beveva il latte in polvere. Sono pronto ad incontrarlo e a chiarire di persona, intanto questa maglietta la do a mio figlio che sarà contento”.

“Ora dice che mi offrirebbe un caffè – conclude Ghali – ma allo stadio ha cercato di farmi cacciare dal mio posto invano. La mia non è politica, è pre politica, si parla di umanità. I miei non sono insulti, sono solo l’ennesima segnalazione”.

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