Il sindaco leghista di Gallarate definisce “ragazzata” la pietra d’inciampo imbrattata

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-06-28

La lastra di ottone in memoria della maestra ebrea Clara Pirani – deportata e uccisa ad Auschwitz nel 1944 – nel centro della città e il primo cittadino che minimizza

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Un tempo questi gesti venivano etichettati con il termine “goliardia”. Oggi, con l’avanzare degli anni e degli episodi analoghi, il vocabolario si arricchisce di una nuova parola utilizzata per sminuire la gravità del gesto. A sdoganare l’etichetta di “ragazzata” è stato il sindaco leghista di Gallarate (in provincia di Varese) che ha deciso di sminuire l’ennesimo schiaffo alla memoria: la pietra d’inciampo in omaggio a Clara Pirani imbrattata nelle vie della cittadina lombarda. E, purtroppo, questa piastra di ottone non è stata l’unica vittima nelle ultime settimane.

Gallarate, il sindaco leghista definisce “ragazzata” la pietra d’inciampo imbrattata

L’episodio risale allo scorso 22 giugno, quando quel ricordo della maestra ebrea deportata e uccisa nel campo di concentramento di Auschwitz è stato oltraggiato. Uno sfregio alla storia arrivato a meno di un mese dalla posa di quella piastra di ottone lungo le vie della città di Gallarate, all’incrocio tra via Palestro e Via del Popolo, dove la donna risiedeva prima di essere catturata dai nazi-fascisti. E, solo qualche settimana prima, uno stesso trattamento (con una svastica, qualora non fosse chiara la “matrice”) era stato riservato alla pietra d’inciampo – posata sempre nella città lombarda – in memoria del sindacalista Vittorio Arconi, deportato e ucciso a Güsen. E come ha commentato questi episodi il sindaco leghista Andrea Cassani?

“Una ragazzata da condannare. Ma non un atto di bande facinorose o gruppi antipartigiani. Più che l’imbrattamento o il gesto, mi preoccupa la maleducazione. In un parco lì vicino hanno rotto un’altalena per disabili, o scrivono le bestemmie sulle panchine. Solo che la pietra desta più scalpore”.

Ragazzate e benaltrismo di bassa lega. Sminuire sfregi e schiaffi alla memoria come questi è l’esatta misura di come in Italia ci siano atteggiamenti al limite dell’accondiscendenza di fronte a episodi simili. Soprattutto se si paragona una bestemmia scritta su una panchina a una pietra d’inciampo (che serve a ricordare, ogni giorno di più, gli orrori di una storia che non si deve ripetere) imbrattata.

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