«Ho informato immediatamente Fico del mio interrogatorio»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-01-18

Rosa Capuozzo nell’interrogatorio del 12 gennaio spiega che la procedura di espulsione dal M5S del consigliere comunale Giovanni De Robbio ha avuto un’accelerazione dopo il suo colloquio con Fico in seguito al suo interrogatorio in Procura. E che ha informato il parlamentare del contenuto del colloquio. I grillini: «Nulla di nuovo, ci siamo attivati subito per l’espulsione»

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“Ho informato immediatamente dopo l’onorevole Fico del mio interrogatorio e del contenuto di tale interrogatorio”. Così il sindaco di Quarto (Napoli), Rosa Capuozzo, risponde ad una domanda del pm Woodcock sulla circostanza se abbia informato il direttorio del M5S del suo interrogatorio sulle presunte minacce da parte del consigliere comunale Giovanni De Robbio avvenuto il 24 novembre scorso. La dichiarazione, riportata dall’ANSA, è contenuta nel verbale dell’interrogatorio, in qualità di teste, reso dal sindaco, il 12 gennaio scorso. In quella occasione la Capuozzo rivela anche che percepì la natura illecita delle pressioni esercitate da De Robbio soltanto durante il terzo incontro con quest’ultimo che faceva riferimento ai presunti abusi edilizi eseguiti nell’abitazione dove vive con il marito. A tale proposito ha detto al pm che era intenzionata a registrare le conversazioni con De Robbio facendosi regalare da un parente una ‘penna’ in grado di videoregistrare. “In quel momento – ha affermato – ero determinata a denunciare”. Il terzo episodio al quale si riferisce la Capuozzo avvenne in Consiglio comunale dove ebbe un colloquio con De Robbio e che risale, spiega il sindaco, al 22 o al 23 novembre, prima cioè di essere interrogata in Procura. Intanto lei su Facebook attacca M5S e direttorio:
rosa capuozzo facebook

L’ennesima versione di Rosa Capuozzo sulle minacce

“La procedura di espulsione da M5S del consigliere comunale Giovanni De Robbio ha avuto o meno un’accelerazione dopo il suo colloquio con l’on. Fico in seguito al suo interrogatorio in Procura?”. É la domanda che il pm Woodcock rivolge al sindaco Rosa Capuozzo, sentita come teste il 12 gennaio. “Assolutamente sì – risponde – Fico dopo essere stato informato da me del contenuto dell’interrogatorio del 24 novembre ha chiesto a me di prendere l’iniziativa nei confronti di De Robbio il quale è stato espulso proprio in conseguenza dei fatti che ho riferito a Fico sul mio interrogatorio”. Il pm, poi, chiede se ha informato Fico di tutte le iniziative assunte da De Robbio riguardanti i presunti abusi edilizi: “Non ricordo se gliene ho parlato nel dettaglio prima del mio interrogatorio, sicuramente l’ho fatto dopo, quando mi sono incontrata con Fico per riferirgli del mio interrogatorio del 24 novembre”. “Non mi ricordo se in ogni caso ho raccontato a Fico tutti e tre gli episodi”: il riferimento è ai tre incontri con De Robbio nei quali quest’ultimo accennò alla questione della casa. Il MoVimento 5 Stelle di Camera e Senato pubblica una nota di spiegazione:

– “Quanto emerge nei verbali delle dichiarazioni rese da Rosa Capuozzo conferma che il MoVimento 5 Stelle non sia mai stato portato a conoscenza della natura ricattatoria delle ‘pressioni’ del consigliere De Robbio. Del resto la stessa sindaca di Quarto pare accennare i primi riscontri sulle presunte minacce subite ai pm solo negli ultimi interrogatori della scorsa settimana. Il Movimento è giunto a conoscenza delle attenzioni della procura di Napoli sul consigliere De Robbio giorno 1 dicembre dalla stessa Rosa Capuozzo, come del resto lei afferma e come già dichiarato da alcuni portavoce. In quell’occasione immediatamente sono stati presi i relativi provvedimenti per allontanare il consigliere De Robbio dal MoVimento”.

La versione smentisce le parole dette in pubblico dalla Capuozzo nei giorni scorsi, quando il primo cittadino di Quarto aveva dichiarato di non aver informato i membri del direttorio di quanto stava accadendo a Quarto. E arriva proprio mentre si scopre che il marito è indagato nella vicenda per la storia degli abusi edilizi. Scrivevano Bufi e Sarzanini sul Corriere:

Finora la donna aveva sempre negato di aver informato i leader del Movimento del ricatto subito da De Robbio che minacciava di rivelare l’abuso edilizio in casa del marito se non gli avesse dato mano libera per poter orientare alcuni appalti. In realtà inizialmente aveva addirittura escluso che si trattasse di una estorsione, minimizzando la «pressione» subita. Un atteggiamento che le ha fatto rischiare l’incriminazione per falsa testimonianza o addirittura per favoreggiamento visto che le conversazioni intercettate fanno emergere una realtà ben diversa, dando conto dei suoi contatti con il direttorio proprio riguardo ai suoi rapporti con De Robbio.
Il verbale è ancora segreto ma secondo le indiscrezioni che filtrano dalla Procura nell’ultimo interrogatorio — durato oltre quattro ore e segnato anche da momenti di grave tensione — Capuozzo ha parlato a lungo delle comunicazioni con Roma e degli incontri con Fico, che in un’occasione avrebbe anche deciso di partecipare alla riunione del consiglio comunale proprio per cercare di comporre la frattura interna visto che tra gli eletti alle ultime amministrative del maggio scorso c’erano scontri accesi sulle nomine, sulla scelta degli assessori, ma anche sulle deleghe legate agli affari del Comune. Ha chiarito anche che cosa accadde con Di Maio visto che nei colloqui con alcuni consiglieri — intercettati dai carabinieri — spiegava di avergli chiesto di intervenire non escludendo la possibilità «che ci devono commissariare». Ha «ricordato» gli altri contatti con il presidente della commissione di vigilanza sulla Rai.

Il sindaco avrebbe raccontato ai pm di quella riunione di consiglieri 5 Stelle, che si svolse alla presenza di Fico, mesi fa: proprio mentre infuriavano contrasti e lotte intestine per la nomina di assessori e consulenti, oltre che per l’arrivo in Comune di quei funzionari “sovra ordinati” che la stessa Capuozzo voleva come garanzia di controllo degli atti, e che non piacevano per nulla a De Robbio.

Gli altri interrogatori e i ricatti “scoperti”

E continua a sembrare francamente incredibile che la sindaca si sia accorta soltanto dopo il terzo incontro della natura ricattatoria delle argomentazioni di De Robbio, visto che in quella del 23 dicembre 2015, secondo quanto raccontato da Vincenzo Iurillo sul Fatto Quotidianoche per primo ha riportato le risultanze dell’indagine di Woodcock su Quarto – rendeva già evidente che la sindaca era ricattata e che non ha denunciato. Giusto per rinfrescarci la memoria, ecco le due deposizioni della Capuozzo:

Davanti al pm, la Capuozzo ha reso il 21 e 22 dicembre due deposizioni dal tono diverso. Nella prima, non parla di ricatto. Nella seconda, lo conferma. Il 21 dicembre il sindaco dichiara: “A inizio ottobre De Robbio venne a trovarmi a casa, mi mostrò una foto aerea – non molto chiara – di casa mia sul suo cellulare. Mi disse che c’era un problema urbanistico riguardante la mia abitazione, ma che dovevo stare tranquilla perché dovevo essere meno aggressiva, non dovevo scalciare, dovevo essere più tranquilla con il territorio. Non so dire con certezza se sia la stessa pubblicata poi sul giornale, non era molto chiara… Si presentò poi una seconda volta presso il mio ufficio insieme a un geometra di cui non ricordo il nome. De Robbio fece uscire le persone dalla stanza affermando che doveva tenere una conversazione privata. Rimasti soli, io lui e il geometra, mi disse che il geometra aveva la mia foto nella sua cassaforte, mi spiegò che era una persona molto capace e che poteva essere incaricato della gestione dei condoni edilizi come consulente esterno”. Ma fu o meno ricatto? Ecco la prima versione della Capuozzo: “Preciso che sebbene abbia riferito queste parole non fece alcuna pressione, né ci fu un collegamento diretto da parte sua delle due questioni, ovvero del possesso della foto di casa mia da parte del geometra e del relativo incarico di consulente da assegnare”.

Questa invece è la seconda deposizione, così com’è stata riportata dal Fatto e non smentita dalla Capuozzo:

Il pm la risente il giorno dopo, vuole precisazioni e chiarimenti. Il tenore delle risposte cambia. “Quando De Robbio mi diceva che non dovevo ‘essere aggressiva con il territorio’, intendevo dire che De Robbio pretendeva che io lo coinvolgessi nelle scelte dei capo settori e degli assessori, non condivideva che li avessi scelti da sola per giunta individuando persone estranee a Quarto. Lui pretendeva di essere coinvolto nella predisposizione del piano regolatore. Io ho capito che ci sono interessi enormi”. E conferma che De Robbio voleva far assumere il figlio di Mario Ferro (ex esponente Pd, ndr) al cimitero, e che voleva presentargli degli imprenditori amici cui affidare la gestione dello stadio. Ed ecco la questione della foto. Dice la Capuozzo: “E’ evidente che facendomi vedere le foto della casa di mio marito intendeva ‘controllarmi’, in questo senso anche io stessa ho usato il termine ‘ricatto’”. E fa il nome del geometra che la custodiva in cassaforte, che il giorno prima non ricordava: Giulio Intemerato. “Devo ammettere – aggiunge – che in particolare la terza volta in cui De Robbio mi ha fatto vedere le foto ho percepito fino in fondo la sua intimidazione, ed ero davvero esasperata… ammetto di aver paura di De Robbio, ho paura che possa arrivare alle mani”.

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