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Cosa ha rivelato l’autopsia della bimba morta precipitata da un balcone a Torino

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-19

Sul corpo della piccola non sono state rilevate ferite precedenti. Ma l’attenzione si sposta sulla parabola del suo corpicino prima di impattare con il suolo

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Gli esami autoptici effettuati sul corpo della piccola Fatima, la piccola morta dopo esser caduta dal balcone della palazzina di via Milano a Torino, hanno dato delle indicazioni solo parziali. Sulla bambina, che aveva solo tre anni, non sono state trovate delle ferite pregresse. Ora, però, occorrerà procedere con una perizia cinetica per stabilire se la piccola sia realmente caduta dalle mani del patrigno – come sostiene lo stesso uomo accusato e in stato di fermo -, oppure sia stata lanciata dal quarto piano di quello stabile nel pieno centro del capoluogo piemontese.

Fatima, cosa dice l’autopsia sulla bimba morta precipitata a Torino

Perché una cosa sembra essere certa. Il la piccola Fatima non è caduta in verticale. Prima di finire sul suolo, infatti, il corpo della bambina avrebbe effettuato una parabola non compatibile con la dichiarazione della “caduta accidentale” fatta da Mohssine Azhar, il compagno della madre della bimba, agli inquirenti. Perché, stando alla narrazione fatta dall’uomo (indagato per omicidio colposo), una caduta in verticale – per un corpo scivolato dalle sue mani – avrebbe impattato prima contro la tettoia del ballatoio che si trova al piano terra del palazzo.

Ma l’impatto con il suolo che ha provocato la morte della bambina di soli tre anni è avvenuto a una distanza di circa tre metri e mezzo rispetto a quello che dovrebbe essere stato provocato da una caduta in verticale. Inoltre, la piccola non è caduta sbattendo prima con le gambe, ma con la schiena. Un urto fatale dopo un volo di diversi metri, che hanno resi vani i soccorsi e il successivo tentativo dei medici di salvarle la vita in Ospedale.

E questa indicazione confermerebbe anche quanto raccontato dalla madre della bambina agli investigatori nel corso del suo interrogatorio: “Anch’io ero di sopra. Io e Mohssine avevamo litigato e lui era arrabbiato. L’ha prima sbattuta per terra. Poi l’ha lanciata apposta di sotto”. Un lancio che sarebbe in linea con la traiettoria del corpicino, prima di infrangersi al suolo.

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